Cosimo II de’ Medici

Personaggi – Altre personalità – Cosimo II, testata OK- Callot – RIJKSMUSEMUM

Home » I personaggi » Altre personalità » Cosimo II de’ Medici

Cosimo II de’ Medici

[1590-1621]

Cosimo II de’ Medici nacque a Firenze il 12 maggio 1590. Primogenito del granduca di Toscana Ferdinando I e della moglie Cristina di Lorena, ricevette a corte una raffinata educazione, che gli consentì di formarsi adeguatamente sia in ambito letterario che tecnico-scientifico, avendo anche il privilegio di frequentare, tra gli altri, Galileo Galilei. Non gli mancò, inoltre, il consueto addestramento militare previsto per i membri d’alto rango della corte, così come la consuetudine alla pratica dell’equitazione, della caccia e della danza.

Appena diciottenne, in linea con le mire filoimperiali del padre, gli fu data in sposa Maria Maddalena d’Austria, figlia dell’arciduca Carlo II, e l’anno seguente, alla scomparsa del granduca Ferdinando I (1609), Cosimo ne ereditò il titolo e l’ingente patrimonio. La precoce ascesa al potere e una salute sempre precaria non gli consentirono, tuttavia, di governare con la ferma autorevolezza che aveva contraddistinto i suoi predecessori, portandolo così ad affidarsi a un gruppo di consiglieri e a lasciare ampio spazio decisionale anche alla madre, all’amata moglie e ad altri familiari, tra cui lo zio Giovanni, figlio naturale di Cosimo I e già braccio destro di Ferdinando I. Ciò nonostante, il suo regno fu caratterizzato da una relativa stabilità e il suo carattere accondiscendente e predisposto all’ascolto, se da un lato lo condannò a ruoli nel complesso poco incisivi nello scacchiere politico internazionale e a ripetuti fallimenti diplomatici, dall’altro fu spesso motivo di apprezzamento da parte dei suoi contemporanei.

Pur determinato a preservare il prestigio del casato mediceo in Europa, Cosimo non riuscì di fatto a centrare alcun obiettivo di rilievo, ostacolato dall’egemonia sabauda nel Nord Italia e sfavorito anche dal naufragare delle strategie matrimoniali messe in atto per accasare le sue sorelle presso altre corti europee. Maggiori soddisfazioni provennero, invece, dalla stabile e florida condizione economica dei domini toscani, nonostante le carestie del periodo, e dal fronte mediterraneo. Il regno di suo padre aveva infatti visto, tra le altre cose, il trionfo mediceo per mano del cavalierato di Santo Stefano nella presa di Bona (attuale Annaba, in Algeria), sottratta nel 1607 agli Ottomani; tale successo venne celebrato anni dopo in un affresco di Baldassarre Franceschini detto il Volterrano nel cortile della Villa medicea della Petraia, nei pressi di Firenze (1636-1646), nel quale si vede il giovane granduca in vesti di gran maestro ricevere in festa a Pisa, sullo sfondo monumentale di Piazza dei Cavalieri e con la chiesa di Santo Stefano alle spalle, i protagonisti dell’impresa, tra cui Silvio Piccolomini, gran connestabile dell’Ordine, generale d’artiglieria e suo addestratore militare, e l’ammiraglio Jacopo Inghirami (1 aprile 1609). In ottemperanza al modello ferdinandiano, Cosimo tentò di portare avanti le guerre contro i Turchi, rafforzando la marina granducale, destinando a Livorno un intero quartiere all’Ordine stefaniano e sostenendo nuove spedizioni dei cavalieri, anche in questo caso comunque conseguendo risultati di rilevanza marginale. Nel campo della politica estera, se da un lato fu vano il tentativo di evitare conflitti, tanto che le truppe medicee presero parte, tra le varie, anche alla prima guerra del Monferrato, al fianco della Spagna e di Ferdinando Gonzaga, dall’altro il granduca portò avanti l’apertura e le mire paterne verso l’Oriente, terra ricca di fascino e di preziose risorse, che avrebbe potuto schiudere ai fiorentini nuovi importanti sbocchi. I numerosi contatti diplomatici intessuti in questa direzione, che celavano anche la mai sopita speranza di poter prima o poi giungere a conquistare Gerusalemme, culminarono nella decisione del ribelle libanese Fakhr ad-Din II di rifugiarsi a Firenze nel 1613, sfuggendo a un assedio turco.

Copyright:
Foto di Giandonato Tartarelli, Scuola Normale Superiore. Su concessione del Ministero della Cultura – Ville e residenze monumentali fiorentine – Direzione regionale Musei
Altre Personalità – Cosimo II – Presa Bona, det. – TARTARELLI – DSC_3115_Cosimo II
Baldassarre Franceschini detto Volterrano, Cosimo II accoglie a Pisa i vincitori della battaglia di Bona, particolare, 1636-1646 ca. Firenze, Villa Medicea della Petraia

Al di là del sostegno all’Ordine, gli interessi del granduca non si appuntarono mai con particolare attenzione sulla città di Pisa, dove nel corso del suo regno furono portati avanti i progetti già avviati in precedenza, sia nel campo dell’edilizia pubblica (fu dato ad esempio impulso al rinnovamento delle chiese di San Martino, San Matteo e San Frediano) che privata, secondo i dettami unitari imposti dalla nuova ‘Deputazione sopra le fabbriche, restaurazioni, case e casalini, orti e coltivazioni e ornato della città di Pisa e suo contado’ istituita da Ferdinando I nel 1601 presso l’Ufficio dei Fossi. Nel 1610 egli favorì inoltre Galilei, suo maestro di gioventù, nell’ottenimento del ruolo di matematico primario presso il locale Studium, garantendogli uno stipendio fisso senza obbligo di residenza e lasciandogli al contempo spazio per promuovere a Firenze, in qualità di filosofo di corte, il dibattito sulle scienze. La protezione e l’appoggio incrollabile ricevuti furono ricambiati nello stesso anno dallo scienziato, con la dedica al Medici del suo Siderus Nuncius.

Nel 1617 Cosimo diede inoltre impulso, nel contado pisano, alla messa a punto di un nuovo estimo, redatto per la prima volta con meticolosa attenzione topografica, che vide tuttavia la luce solo dopo la sua morte, nel 1622. Intanto, nel 1619 si erano avviati i lavori per la realizzazione del suo busto-ritratto, da porre entro una delle nicchie sulla facciata del Palazzo della Carovana. L’incarico era stato affidato allo scultore carrarese Pietro Tacca, che dopo varie vicissitudini e richieste di modifica da parte dell’Ordine stefaniano lo consegnò per la definitiva collocazione al suo posto più di un decennio dopo, nel 1633.

Colpito da una grave forma di tubercolosi, e già provato nel fisico dai mali che sempre lo avevano attanagliato, Cosimo II morì trentenne a Firenze il 28 febbraio 1621. Gli successe nell’immediato il secondogenito, ma primo maschio, Ferdinando II, mentre i figli Giovan Carlo e Leopoldo divennero cardinali, Mattias un condottiero, che partecipò in questa veste alla Guerra dei Trent’anni, e le figlie Margherita e Anna presero rispettivamente come sposi il duca di Parma e Piacenza Odoardo Farnese e Ferdinando Carlo, arciduca d’Austria e conte del Tirolo. Nello stesso 1621 la comunità toscana di Venezia, come già aveva fatto per il padre, eresse in onore del defunto granduca un catafalco commemorativo nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, che alcuni studiosi hanno proposto di riconoscere quale possibile fonte d’ispirazione per il baldacchino berniniano di San Pietro a Roma, se non addirittura come prova ideativa dello stesso Gian Lorenzo, che ne avrebbe fornito il disegno al pittore e architetto Matteo Ingoli da Ravenna, il quale ne sovrintese l’allestimento finale.

Media gallery

Note:

Acquaforte, 20,5 x 14,0 mm

Copyright:
Public Domain
Personaggi – Altre personalità – Cosimo II – Callot – RIJKSMUSEMUM
Copyright:
Foto di Giandonato Tartarelli, Scuola Normale Superiore. Su concessione del Ministero della Cultura – Ville e residenze monumentali fiorentine – Direzione regionale Musei
Altre Personalità – Cosimo II – Presa Bona, det. – TARTARELLI – DSC_3115_Cosimo II
Newsletter

Newsletter

Resta connesso con noi

Iscriviti alla newsletter di Piazza dei Cavalieri
e resta aggiornato sui progressi e sulle novità del progetto.