Monumento a Cosimo I de’ Medici

Monumento di Cosimo I – testata – Tartarelli SNS – 71-4

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Monumento a Cosimo I de’ Medici

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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Monumento Cosimo – copertina e prima immagine – Tartarelli SNS – DSC_8476
Pietro Francavilla, Monumento a Cosimo I de' Medici, 1594-1600. Pisa, Piazza dei Cavalieri

Il monumento e la fontana antistante al Palazzo della Carovana furono commissionati da Ferdinando I de’ Medici per eternare l’operato del padre Cosimo, fondatore dell’Ordine di Santo Stefano. In continuità con i suoi progetti, l’operazione del granduca, oltre a costituire il completamento dell’arredo urbano di Piazza dei Cavalieri, offriva lo sbocco di un nuovo acquedotto. Questa comunità di intenti è palesata dalle iscrizioni sulle due facce del piedistallo su cui poggia la statua, con riferimento tanto al committente quanto all’effigiato:

«FERDINANDO MED. / MAG. DVCE ETR. ET / ORD. MAG. MAGIST. / III FELICITER / DOMINANTE / ANNO DOMINI /MDXCVI»

«ORDO EQ. S. STEPH. / COSMO MEDICI M. /DUCI ETR. CONDITORI / ET PARENTI SVO / GLORIOSISS. PERP. / MEM. C. STATUAM E / MARMORE COLLO / CAVIT»

Sulle altre facce del piedistallo sono raffigurati uno stemma mediceo stefaniano e la croce di Santo Stefano.

Cosimo è ritratto stante, con il piede sul delfino che simboleggia il dominio di Firenze e dell’Ordine stefaniano sui mari e da cui, secondo un primo progetto, doveva fuoriuscire il getto d’acqua. Il granduca indossa un’armatura integrale con decorazioni a rilievo: sul torso la croce di Santo Stefano si sovrappone a bande con emblemi e trofei guerreschi, riprendendo dunque motivi dalla facciata graffita; lo stesso tipo di decorazione è sui cosciali e sui ginocchielli, mentre sullo spallaccio sinistro è raffigurato il Capricorno, segno zodiacale caro al granduca; al collo porta il Toson d’Oro, simbolo dell’omonimo Ordine cavalleresco a cui prese parte per concessione dell’imperatore Carlo V. Il lungo mantello dalla spalla sinistra ricade sul retro, per poi avvolgere il fianco destro e la gamba corrispondente. Stando a varie fonti documentarie e visive, il granduca doveva reggere un bastone di comando con la mano destra, mentre ancora sembra stringere un fazzoletto con la sinistra. La statua presenta oggi diversi problemi di conservazione, allo stesso modo della fontana sottostante.

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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Monumento Cosimo – Statua 1 – Tartarelli SNS – DSC_0571
Pietro Francavilla, Statua di Cosimo I, 1594-1596. Pisa, Piazza dei Cavalieri
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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Monumento Cosimo – Statua 2 – Tartarelli SNS – DSC_7858
Pietro Francavilla, Statua di Cosimo I de' Medici, 1594-1596. Pisa, Piazza dei Cavalieri
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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Monumento Cosimo – Statua 3 – Tartarelli SNS – DSC01151
Pietro Francavilla, Statua di Cosimo I de' Medici, 1594-1596. Pisa, Piazza dei Cavalieri

Riattivata nel 2021, dopo vent’anni di inattività, grazie al progetto «Pisa città d’acqua», nato dalla collaborazione tra Comune di Pisa, Pisamo e Acque S.p.A., la fontana è caratterizzata da un’iconografia molto particolare: dalla bocca del cosiddetto ‘Gobbo’, fuoriesce un primo getto d’acqua, che ricade nella piccola vasca che egli sosteneva con le braccia. Il secondo bacino è invece sorretto da un mostro marino con le gambe e il torso umani e la testa a forma di granchio apposta su una struttura a foggia di conchiglia, dotata di ali.

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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Monumento Cosimo – Fontana 1 – Tartarelli SNS – DSC01279
Fontana del Gobbo, particolare del Monumento a Cosimo I de' Medici, 1594-1600. Pisa, Piazza dei Cavalieri
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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Monumento Cosimo – Fontana 2 – Tartarelli SNS – DSC00077
Fontana del Gobbo, particolare del Monumento a Cosimo I de' Medici, 1594-1600. Pisa, Piazza dei Cavalieri

L’autore della statua del granduca è Pietro Francavilla, artista di origini francesi attivo nella piazza anche come architetto. I documenti d’archivio permettono di datare la sua esecuzione tra il 1594 e il 1596; stilisticamente, l’opera segue gli esempi del maestro Giambologna, che tuttavia vengono tradotti in forme più rigide e stereotipate. La fontana ebbe invece una gestazione più lunga: la vasca fu inizialmente affidata a Ridolfo Sirigatti, ma poiché il risultato fu giudicato deludente dal Consiglio dell’Ordine – che la definì «piccola e meschina» –, fu subito riallogata con ogni probabilità allo stesso Francavilla, a cui la attribuiscono le fonti. Il completamento dei lavori della fontana va collocato nel 1600, quando, a conclusione dell’intero progetto, la statua di Cosimo fu collocata in situ.

Gli scrittori di guide e i viaggiatori sette-ottocenteschi hanno spesso espresso un giudizio negativo sul ritratto di Cosimo, esemplificato dall’affermazione lapidaria del barone di Montesquieu: «al centro della piazza c’è una bruttissima statua d’un granduca, non so quale». La fontana invece ha solleticato l’immaginario ed è stata oggetto di maggiori attenzioni, sia per quanto riguarda l’iconografia che la fattura. Pandolfo Titi si spinse addirittura a ipotizzare un modello michelangiolesco per le gambe del mostro e le braccia (oggi invalutabili) del ‘Gobbo’.

La condanna del monumento è stata condivisa da parte della critica novecentesca, che però ha spostato il focus dal giudizio su un’epoca (il tardo Manierismo) a quello sull’artefice, autore di diverse effigi granducali. In particolare, l’immagine di Cosimo costituisce una sorta di pendant del gruppo raffigurante Pisa sollevata dal granduca Ferdinando (1594), oggi in Piazza Carrara, eseguito da Francavilla su modello di Giambologna, la cui mediazione sembra aver conferito alla composizione una maggiore eleganza e scioltezza. La particolarità della fontana è stata invece connessa a sperimentazioni coeve che gli scultori attivi per i Medici stavano praticando nei giardini di Boboli e a Pratolino. Nel suo complesso, una recente interpretazione (di Stijn Bussels) suggerisce di leggere il gruppo come la celebrazione dell’immagine del sovrano che domina gli orrori dell’abisso marino, esemplificato dall’enigmatico mostro sottostante alla statua,  rilevando peraltro come siano da considerare in dialogo con il grottesco ‘Gobbo’ anche i mascheroni alati sopra le finestre dell’attico nella facciata del Palazzo dei Dodici, sempre attribuita a Francavilla.

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Monumento Cosimo – altre vedute 1 – Tartarelli SNS – DSC_1011
Pietro Francavilla, Monumento a Cosimo I de' Medici, 1594-1600. Pisa, Piazza dei Cavalieri

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