Ceduto dall’Amministrazione provinciale di Pisa nel 1940 per diventare sede dell’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano, il Palazzo dei Dodici ha ospitato nel corso della sua storia plurisecolare differenti enti, che lo hanno adibito a molteplici usi e funzioni.
Come gran parte delle strutture che sorgevano su Piazza delle Sette Vie (in seguito Piazza dei Cavalieri), anche questo edificio accoglieva in età medievale una delle magistrature cittadine in cui si articolava il governo della Repubblica pisana: la Camera amministrativa del Comune. Senza perdere la sua funzione pubblica con il dominio fiorentino (1406) e sotto le nuove magistrature di questo, fu solo nel 1509 che divenne residenza e luogo di riunione dei Priori, costretti a lasciare al Commissario la loro precedente sede, ovvero il Palazzo degli Anziani. Spettano al Collegio dei Priori i lavori di ammodernamento del palazzo in facciata e negli ambienti interni, promossi tra fine Cinquecento e inizio Seicento, nonché la decorazione ad affresco della Sala delle Udienze nella seconda metà del XVII secolo.
Un nuovo cambio di proprietà fu sancito dal granduca Cosimo III de’ Medici, che (in pieno clima di rigorismo tardo seicentesco) nel 1691 donò il palazzo all’Ordine di Santo Stefano. Con tale atto, i Cavalieri divennero proprietari anche dell’ultimo edificio della piazza non ancora in loro possesso. Collegato ora stabilmente all’attigua Casa dell’Auditore, il palazzo ebbe funzione di archivio, di cancelleria e di scrittoio, al quale si aggiunse preminentemente quella di sede del Consiglio dei Dodici, il più alto organo di governo dell’Ordine su tutte le questioni militari, economiche e morali, e del suo Tribunale, che aveva potestà giurisdizionale sui reati commessi dai Cavalieri e sui reati commessi nella loro piazza anche da terzi. A questa fase risale l’apposizione in facciata dello stemma stefaniano e dell’iscrizione «EQVESTRI IVRI DICVNDO», riferita al ruolo di tribunale. Proprio con questa funzione lo scrittore De Rogissart ricorda il Palazzo nelle sue Délices de l’Italie (1706).
Durante la parentesi napoleonica, quando l’Ordine dei cavalieri fu soppresso (1809-1817), il governo francese installò negli ambienti del Palazzo dei Dodici e dalla Casa Auditoriale l’ufficio della Cancelleria. I rilievi dell’edificio eseguiti dall’ingegnere Roberto Bombicci permettono, per questi anni, di avere una chiara idea della suddivisione degli spazi all’interno, dove accanto ai noti ambienti di rappresentanza si trovano al piano terra e al secondo piano rispettivamente spazi adibiti a magazzino per la legna e le braci, oltre a due granai. Tornato nel 1817 sede del Consiglio dell’Ordine, lo rimase fino al 1859 quando, con la partenza dell’ultimo Lorena dalla Toscana, i beni patrimoniali che i Cavalieri potevano ancora vantare (e non erano già stati alienati nel 1809) passarono al Regno di Sardegna e poi a quello d’Italia. Fino a questa data, nel grande salone del primo piano e in stanze limitrofe, era esposta la raccolta di dipinti dei granduchi nelle vesti di gran maestri dell’Ordine, serie acquistata dallo Stato italiano e oggi conservata incompleta a Palazzo Reale (un tempo nei depositi del Museo Nazionale di San Matteo).
Dopo l’unificazione, precisamente dal 1865 e fino al 1939, il palazzo ha ospitato la sede della Provincia di Pisa, che tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il 1952 vi trovò nuovamente ricovero.
L’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano, coadiuvata dell’Accademia di Marina dello stesso Ordine, istituita nel 1983 e anch’essa con sede nel palazzo, promuove attività di studi e ricerche storiche sulle tradizioni marinare italiane e specificatamente sull’Ordine stefaniano. A tal fine, dal 1989, in alcuni ambienti e in particolare nella Sala degli Stemmi è allestito il piccolo museo storico dell’Ordine cavalleresco, mentre la grande Sala dell’Udienza è luogo deputato a conferenze e presentazioni ufficiali.
Iscriviti alla newsletter di Piazza dei Cavalieri
e resta aggiornato sui progressi e sulle novità del progetto.