Con la fine del secondo conflitto mondiale, la Scuola Normale e Piazza dei Cavalieri subirono perdite significative: il Palazzo della Carovana venne gravemente compromesso nei suoi arredi interni dalle truppe alleate che lo avevano occupato per un anno; la Sala degli Stemmi, appena rinnovata da Gentile per diventare uno dei locali più rappresentativi dell’istituzione, fu minacciata da un incendio. La cuspide del campanile di Santo Stefano venne danneggiata nel 1944 dai bombardamenti.
Dopo una profonda crisi finanziaria in cui versò la Normale tra 1948 e 1957, a partire dai tardi anni Sessanta si registrarono una serie di campagne di lavori e acquisizioni che interessarono diversi edifici della piazza e che videro l’istituzione sempre più protagonista nella tutela dell’area urbana, dando inizio a una vasta e nuova fase di ammodernamento. Anzitutto, si trovò una soluzione all’aumento del patrimonio librario della Normale con l’acquisizione, nel 1970, del Palazzo dell’Orologio destinato ad ospitarne la Biblioteca e sottoposto qualche anno più tardi a un’importante campagna di recupero, che avrebbe portato (tra l’altro) anche alla definitiva messa in luce di quanto ancora restava al suo interno della Torre della Fame. Al 1971 si data poi l’intervento sulla facciata del Palazzo della Carovana. Una seconda ondata di lavori riprese negli anni Ottanta, quando ormai l’area urbana aveva smesso la sua funzione di parcheggio pubblico e si avviava a essere un’area pedonale chiusa al traffico: questi restauri interessarono di nuovo il Palazzo dell’Orologio, in particolare per la tutela di quanto restava delle sue decorazioni in facciata, e soprattutto il Palazzo della Canonica, con un intervento del Genio Civile del 1983 che riscoprì precedenti strutture medievali. Nel 2012-2013 furono infine eseguiti lavori di ammodernamento della pavimentazione della piazza. Con la concessione della Canonica alla Scuola Normale, nello stesso arco di anni, ha preso avvio un nuovo importante restauro del complesso palaziale, per la sua rifunzionalizzazione a biblioteca.
L’affermazione della Repubblica dopo l’infausta parentesi fascista interessò, a cerchi concentrici, l’intero Paese, la città di Pisa e la Scuola Normale. Se durante gli anni del regime la piazza era stata la sede di manifestazioni ‘istituzionali’ o di partito, nel dopoguerra si trasformò in spazio di contestazione civile, luogo di espressione della nuova vita democratica. Questo processo venne favorito dalla progressiva rifunzionalizzazione di alcuni dei suoi edifici storici, come l’attuale Palazzo dell’Università, nel dopoguerra destinato (come mai prima era successo) ad alloggio per studenti, con il nome di Collegio Pacinotti. Questa istituzione avrebbe presto occupato anche i locali del Puteano, utilizzato dal 1975 per un ventennio dall’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario come dormitorio.
È in questo contesto, più universitario e giovanile, che Piazza dei Cavalieri divenne uno dei principali palcoscenici pisani e italiani delle agitazioni dei tardi anni Sessanta (biennio 1968-1969) e Settanta, accogliendo contestazioni studentesche, così come sindacali. Moltissime le manifestazioni che la piazza ospitò e che lasciarono spesso segni duraturi (graffiti, simboli di partito, slogan) sui muri dei suoi edifici. Il 24 novembre 1979 quello che potrebbe essere considerato il primo Gay Pride d’Italia ebbe tra i suoi momenti apicali proprio il passaggio per quest’area urbana, che ancora negli anni novanta, non avrebbe perso la sua identità di spazio cittadino di contestazione democratica. Questa stessa tradizione ha dimostrato di essere ancora palpitante il 23 febbraio 2024, quando una folla (stimata) di 5000 persone ha manifestato in piazza contro gli scontri avvenuti nella mattinata al suo imbocco su Via San Frediano tra la polizia e alcuni studenti.
Accanto a questa vocazione si deve segnalare in tempi recenti l’importanza assunta da Piazza dei Cavalieri quale luogo di aggregazione serale e notturno per la spontanea socialità giovanile pisana, così come anche il suo sempre più frequente impiego per attività culturali strutturate (concerti, cinema, spettacoli), promosse tanto dal Comune quando dalla stessa Scuola Normale.
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