Michelangelo Cinganelli nacque a Settignano intorno al 1558, formandosi poi a Firenze con Baccio Tosini. Nel 1580, quando era ancora a bottega dal maestro, risulta iscritto all’Accademia del Disegno, nell’ambito della quale ricoprirà diverse cariche. La sua attività fu particolarmente influenzata dai lavori di Ludovico Cardi detto il Cigoli e di Bernardino Poccetti, con i quali collaborò frequentemente.
Dal 1597 è attivo a Pisa nella Cattedrale primaziale di Santa Maria Assunta, dove realizzò le figure degli Evangelisti e degli Angeli sui pennacchi della cupola. Nel corso dello stesso anno venne anche incaricato dai deputati al restauro del Duomo – a seguito dell’incendio del 1595 – di affrescare le pareti del coro, eseguendo le Storie della Vergine, prima e dopo il concepimento di Cristo, figure allegoriche femminili, i dottori della chiesa e altri temi. I lavori furono interrotti per volontà del granduca Ferdinando I de’ Medici (che avrebbe preferito altre maestranze), ma i deputati fecero richiesta all’arcivescovo Carlo Antonio dal Pozzo di favorire l’ingaggio di Cinganelli, il quale infatti terminò i lavori nel 1604.
Non sembra un caso che quello stesso anno l’artista venga chiamato ad affrescare la facciata del Collegio Puteano, sintomo che all’arcivescovo non doveva essere dispiaciuto il suo lavoro. Nell’ambito delle opere eseguite per il Duomo pisano vanno annoverati anche il cartone per la vetrata con l’Assunta nella tribuna, i cartoni per sei angeli destinati a un apparato effimero per le celebrazioni della festa dell’Assunta, la decorazione dell’organo con grottesche, il restauro dei mosaici nella tribuna e, stando alla dichiarazione dello stesso pittore, «i fogli dipinti all’altare maggiore e del Santissimo Sacramento» e «tre armi sopra la porta che è verso il campanile». Nel 1610 gli fu commissionata anche la tela con Achimelec offre i pani a David per la tribuna, che l’artista consegnò solo nel 1625, dopo aver rischiato di perdere l’incarico a causa della sua inadempienza.
Vastissimo è l’elenco di cicli decorativi ad affresco ai quali Cinganelli prese parte a Firenze, nelle ville circostanti e in altre città toscane. Tra questi si segnalano: la Cena in casa del fariseo e il Cristo in casa di Marta e Maria nel portico della Maddalena in San Domenico a Pistoia (1612); un episodio delle Storie di sant’Antonino nel convento di San Marco a Firenze (1613); gli affreschi della volta della cappella maggiore in Santa Felicita (1617-1620 ca); il vasto ciclo decorativo condotto insieme alla bottega nella Villa di Careggi (1618); i lavori alla facciata del Palazzo dell’Antella sempre a Firenze (1619), dove realizzò anche gli affreschi di alcune sale nel Casino mediceo di San Marco ispirati ai temi della Gerusalemme liberata (1621-1623); il ciclo di affreschi nella Villa medicea di Poggio Imperiale (1622-1623); il soffitto della Camera degli Angiolini in Casa Buonarroti a Firenze (1622-1623), i cicli decorativi per Maria Maddalena d’Austria a Palazzo Pitti, tra i quali le tre lunette con iconografie politiche per la Sala della Stufa (nel corso del terzo decennio del XVI secolo); gli affreschi con paesaggi, grottesche e battaglie di Villa Arrivabene (a cavallo tra terzo e quarto decennio). È stata inoltre ricondotta alla sua mano la decorazione di alcuni ambienti nei Palazzi Tolomeo Biffi e Bardi. Di lungo corso è anche la sua collaborazione per l’Arazzeria Medicea, alla quale fornì diverse serie di cartoni.
La parabola stilistica della sua carriera ha inoltre permesso alla critica di ipotizzare un viaggio a Roma, alternativamente datato sullo scorcio del Cinquecento o intorno al 1610 al seguito del Cigoli.
Recentemente gli sono stati attribuiti altri due cicli decorativi: il primo nella cappella dedicata a San Francesco d’Assisi nella Villa Medici Tornaquinci a Molino del Piano (1587), facendo luce sull’attività giovanile dell’artista; il secondo a Fiesole, in una delle sale di Villa Covoni Capponi, consistente nella volta con Apollo sul carro del Sole e nelle lunette con le dodici Sibille (laddove una seconda sala è ormai perduta), datato su base stilistica al 1611.
Tra le poche opere su tela si annoverano, oltre a quella per la tribuna del Duomo pisano: la tempera con L’educazione di Filippo II, eseguita alla morte del sovrano per gli apparati organizzati in San Lorenzo nel 1598 (Firenze, Depositi Gallerie degli Uffizi); i dipinti di soggetto sconosciuto eseguiti intorno al 1603 per il soffitto ligneo di San Frediano a Pisa (perduti); La presentazione della Vergine al tempio e Il Martirio di san Filippo, inviate in dono da Maria Maddalena d’Austria al Monastero delle Descalzas Reales di Valladolid; il San Nicola di Bari a lui attribuito (1630 ca), proveniente dal Duomo di Pisa e oggi nel Museo Nazionale di San Matteo. Una proposta attributiva riguarda anche due piccole tele con L’Angelo annunciante e La Vergine annunciata, in collezione privata fiorentina, cronologicamente collocate intorno al 1587.
Cinganelli morì a Firenze il 26 settembre 1635 e fu sepolto nella chiesa di Santa Trinita.
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