ISegesta G5

Palazzo della Carovana – Interno – Corridoio – Calchi – DSC_0782 – Tartarelli

Base onorifica per un benemerito

ISegesta G5

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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Palazzo Carovana – Calchi – ISegesta G5 – Tartarelli
Calco in resina della base onorifica per un benemerito (ISegesta G5). Pisa, Palazzo della Carovana, corridoio del primo piano (lato Piazza dei Cavalieri)

Il calco in resina, collocato al primo piano del Palazzo della Carovana, sul lato sinistro del corridoio che ospita gli studi dei docenti della Classe di Lettere e Filosofia, riproduce il frammento di un blocco in calcarenite, impiegato come base di supporto per una statua. Il frammento è stato rinvenuto nel maggio 2006 in uno stato di crollo lungo la stoà ovest dell’agorà: significa che probabilmente la base, e conseguentemente la statua che reggeva, era posizionata nell’agorà o nelle sue adiacenze. Oggi il frammento è conservato presso i magazzini del Parco archeologico di Segesta.

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Ricostruzione Emanuele Taccola, SAET. ©️ Scuola Normale Superiore
Palazzo della Carovana – interno – calchi – G5 – stoa_vista1 – SAET
Ricostruzione generale 3D dell'agorà tardo-ellenistica di Segesta, vista dall'angolo sud-orientale. In evidenza i due porticati (stoai) a due piani lungo i lati ovest e nord della piazza

L’iscrizione (3 linee), purtroppo mal conservata, è la dedica della statua che in origine stava sopra il blocco e di cui, come quasi sempre, non è restata alcuna traccia. Come altri esempi a Segesta (vedi ad es. ISegesta G3, G4 e G7a), si tratta di una dedica pubblica per un benemerito cittadino: a dedicare la statua è infatti l’intero popolo dei Segestani, che vengono menzionati nella prima linea. Del dedicatario, che doveva occupare la seconda linea, sopravvivono solo il patronimico e l’inziale forse del terzo nome (un demotico? un gentilizio?), com’è abituale a Segesta. Il fatto che al nome venga aggiunto [πρες]β̣ύτερον, cioè il ‘più vecchio’, ‘senior’, indica che la combinazione onomastica dell’onorato era troppo comune nell’ambito della sua famiglia per non dare adito ad ambiguità.

Il testo è il seguente:

[ὁ δᾶμος] τῶν Ἐγεστα[ίων]

[ – – –    Ἀ]ρτέμωνος Ν[ – – -]

[πρες]β̣ύτερον ἀρετᾶ[ς ἕνεκα]

«[Il popolo] dei Segestani (onorò) – – figlio di Artemon, N – – il vecchio, per la sua virtù».

Non c’è nessuna indicazione precisa su quali siano stati i meriti dell’onorato e non si può aggiungere molto su questa iscrizione se non mettendola a sistema con gli altri ritrovamenti similari. Delle altre dediche pubbliche, una (G4) è stata rinvenuta nei pressi dell’agorà, una (G3) vicino al bouleuterion – cioè il luogo di riunione del Consiglio cittadino (bule) – e una terza (G7a) nella zona del teatro. Ciò significa che l’agorà non era il solo spazio riservato alla celebrazione dei benefattori cittadini, ma sicuramente la base in analisi non era l’unica a fare mostra di sé sulla principale piazza di Segesta.

Sulla cronologia, gli indizi si riducono alla forma delle lettere. Le lettere sono prevalentemente iscritte in un modulo regolare e rettangolare, che tende a comprimerne alcune nel senso della larghezza. L’alpha presenta il tratto mediano ‘spezzato’ e molti caratteri sono provvisti di piccoli apici alle estremità. Ma la lettera che attira di più l’occhio per la sua forma peculiare è l’omega di tipo romboidale. Queste forme così spigolose sono state a lungo ritenute un segno di seriorità, ma oggi si tende a datarne le prime occorrenze al II sec. a.C. Questo può valere anche per Segesta, dove inoltre si nota che questo ‘stile scrittorio’ è comune anche ad altre dediche pubbliche (l’omega romboidale è presente anche in G4 e G7a; in G3 solo phi e theta hanno forme romboidali). Non è quindi necessario pensare che queste dediche siano di molto successive al gruppo di iscrizioni per i lavori pubblici (vedi introduzione e commento a G10), e si può datarle tra il II e il I sec. a.C.

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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Palazzo Carovana – Calchi – ISegesta G5 – Tartarelli
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