Il calco in resina, esposto al primo piano del Palazzo della Carovana, sul lato destro del corridoio che conduce dagli studi dei docenti della Classe di Lettere e Filosofia alle aule didattiche, riproduce la superficie di quattro blocchi, che in origine erano collocati – e le dimensioni lo confermano – come pavimento del portico d’accesso del bouleuterion di Segesta. L’iscrizione, a caratteri monumentali (in media le lettere sono alte 9 cm), era quindi ben visibile sul pavimento a chiunque in età antica fosse entrato nell’edificio. Nelle città greche, il bouleuterion fungeva da sala di riunione del senato locale ed era quindi uno dei fulcri della vita cittadina.
L’iscrizione (in tutto 4 linee) riporta i nomi di due individui che, con cariche differenti, si presero cura di lavori pubblici. Tali lavori non sono meglio precisati, ma la collocazione dell’iscrizione rende inequivocabile la pertinenza dei suddetti lavori con la costruzione del bouleuterion, che si data alla fine del II sec. a.C. L’iscrizione segue uno schema molto semplice, visivamente cristallino e simmetrico: ai due nomi degli individui (ciascuno composto da tre elementi) segue l’incarico ricoperto, nel primo caso come apposizione, nel secondo caso come forma verbale. Se si vuole attribuire a questa differenza un qualche significato, si può ipotizzare che il primo individuo, Asklapos, si sia occupato in generale dei lavori pubblici per un dato periodo, mentre il secondo, Bibakos, si sia occupato in specifico del progetto e del cantiere del bouleuterion, seguendo le indicazioni di Asklapos.
Ἄσκλαπος Διοδώρου Ταυρέας
ἐπιστάτας,
Βίβακος Τιττέλου Ποσθαῖος
ἀρχιτεκτόνησε.
«Asklapos, figlio di Diodoros, Taureas, in qualità di supervisore, Bibakos, figlio di Tittelos, Posthaios fu architetto».
Come è uso a Segesta per tutti gli individui di genere maschile, entrambi i personaggi vengono menzionati con la formula onomastica trimembre, composta da nome, patronimico e terzo nome, quest’ultimo dal valore difficilmente precisabile. Per Taureas l’ipotesi di un gentilizio sembra la più concreta, su parallelo del gentilizio Taureas in area campana; per Posthaios, tenuto conto del significato di posthia/posthe/posthion (‘fallo’, o anche ‘prepuzio’), si può forse immaginare un sobriquet eventualmente poi trasmesso tra i vari membri di una stessa famiglia.
A livello cronologico, i dati più significativi da prendere in considerazione sono la forma delle lettere e il contesto archeologico originario. Le lettere sono spaziose e regolari. Le uniche caratteristiche distintive sono l’alpha col tratto mediano ‘spezzato’ e l’omega romboidale. Queste lettere, per quanto tradizionalmente ascritte all’età imperiale, in contesto siciliano e segestano possono in realtà essere riferite alla tarda età ellenistica. Ciò combacia con la lettura archeologica del complesso del bouleuterion.
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