ISegesta G11

Palazzo della Carovana – Interno – Corridoio – Calchi – DSC_0782 – Tartarelli

Lavori pubblici di Tittelos

ISegesta G11

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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Palazzo Carovana – Calchi – ISegesta G11 – Tartarelli
Calco in resina dell'iscrizione attestante i lavori pubblici ad opera dello ieromnemone Tittelos (ISegesta G11). Pisa, Palazzo della Carovana, corridoio del primo piano (lato Piazza dei Cavalieri)

Il calco in resina, collocato al primo piano del Palazzo della Carovana, sul lato sinistro del corridoio che ospita gli studi dei docenti della Classe d Lettere e Filosofia, riproduce un’iscrizione in greco rinvenuta a Segesta intorno al 1810 e oggi conservata nella Biblioteca comunale di Calatafimi. L’iscrizione (in tutto 6 linee) era incisa su un blocco modellato a forma di tabella ansata, forma ancora in parte riconoscibile nel carattere tondeggiante del lato sinistro della superficie iscritta. L’iscrizione in oggetto, come altre da Segesta che presentano la stessa forma attesta il completamento di alcuni lavori pubblici, in genere architettonici, ad opera di magistrati locali (vedi ad es. ISegesta G10 e G12).

ἱερομναμονέων

Τίττελος Ἀρτεμιδώρο[υ]

τὰν ἐπιμέλειαν ἐποιήσα[το]

τῶν ἔργων τοῦ ἀνδρεῶνο[ς]

5        [κ]αὶ τᾶς προέδρας μετὰ τ[ῶν]

ἱεροφυλάκων.

«Durante il suo mandato di ieromnemone, Tittelos figlio di Artemidoros curò i lavori dell’andreon e della proedra insieme agli hierophylakes»

L’iscrizione introduce direttamente il nome del magistrato responsabile dei lavori, Tittelos figlio di Artemidoros, in carica come ieromnemone. Nel mondo greco la ieromnemonia era una magistratura dai contorni ampi, spesso connessa alla gestione della sfera religiosa, ma in Sicilia assunse frequentemente compiti più strettamente amministrativi e finanziari. A Segesta, come è intuibile anche da G12, tra le funzioni dello ieromnemone vi era anche quella di presiedere ai lavori relativi agli edifici pubblici. Nel nostro caso, Tittelos ha gestito dei (non meglio precisati) lavori in un andreón, termine polivalente che indica un locale ampio, una sala, e in una proedra, da intendersi forse come un luogo coperto dotato di sedili. È probabile che l’iscrizione fosse collocata in prossimità dell’andreón e della proedra, rendendo quindi trasparente il riferimento a questi due specifici spazi.

Tittelos potrebbe essere il figlio di quell’Artemidoros che, secondo quanto ricorda l’iscrizione G12 tra il III e il II sec. a. C. si occupò di sistemare alcuni spazi pubblici della città, tra i quali figurano proprio degli andreónes e la proedra. L’iscrizione in analisi sembra leggermente più recente rispetto a quella di Artemidoros: a livello paleografico, la lettera alpha (A) presenta un tratto orizzontale ‘spezzato’, cioè scomposto in due semitratti obliqui, caratteristica questa a favore della seriorità. È possibile quindi che sia stata incisa in un periodo successivo, quando forse era subentrata la necessità di riparare o modificare alcune delle strutture erette da Artemidoros.

Contrariamente a quest’ultimo, Tittelos non operò da solo: in sinergia con lui vengono menzionati degli hierophylakes, cioè i custodi delle cose sacre, che dovevano costituire un organo collegiale. Al momento nessun’altra iscrizione di Segesta cita questi magistrati. In G11, nessuno hierophylakes è ricordato per nome, neanche il loro capo, ed è possibile che Tittelos ricoprisse questo ruolo. Anche se condannati all’anonimato, gli hierophylakes dovevano aver giocato un ruolo importante nella realizzazione dei lavori pubblici: in perfetta simmetria visiva, la loro menzione chiude il testo proprio come la menzione dello ieromnemone l’apriva.

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