Facciata

Dodici – testata – FRECCIONI – DJI_0406_part. rid.

Facciata

Progettata da Pietro Francavilla, la facciata del Palazzo dei Dodici è incorniciata ai lati da una coppia di paraste a bugnato e superiormente da un cornicione recante l’iscrizione dedicatoria a Ferdinando I de’ Medici con la data che ne indica la conclusione, il 1603: «FERDINANDO MAGNO DVCE ETRVRIAE TERTIO S.P.Q.P. PUB. MAGNIF. INSTAVRANDAS CVRAVIT A SAL. MDCIII». Orizzontalmente è segnata da sottili cornici marcapiano in marmo, a cui si contrappone la spinta verticale dell’asse centrale, costituito in successione dal portale incorniciato da due colonne doriche che sorreggono un elegante architrave e dalla finestra mediana del piano nobile, dotata di balcone e di un timpano triangolare. Nonostante i lavori di ammodernamento, sul prospetto è stato risparmiato uno scudo araldico apposto sulla destra, all’altezza del piano nobile, a testimonianza dell’origine medievale del palazzo.

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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Palazzo dei Dodici –  facciata – Tartarelli SNS – DSC_8320
Pietro Francavilla (su progetto di), Palazzo dei Dodici (già Palazzo dei Priori), facciata, 1603, con aggiunte tardo-seicentesche. Pisa, Piazza dei Cavalieri

Il marmo sottolinea anche tutte le aperture: quelle del primo piano di forma quadrangolare, marcate agli angoli da elementi circolari, che ritroviamo nella decorazione del portale sullo stesso piano; quelle del piano nobile, inginocchiate e dotate di balaustra, che alternano timpani triangolari e semicircolari; quelle dell’attico, di forma rettangolare, sormontate da mascheroni alati che fungono da timpani ed echeggiano la bizzarria manierista della figura del cosiddetto ‘Gobbo’, nel Monumento a Cosimo I sul lato opposto della piazza. L’ampio utilizzo del marmo bianco mette in relazione la facciata di questo palazzo con quella della chiesa di Santo Stefano, ma lo distingue allo stesso tempo dagli altri edifici civili di Piazza dei Cavalieri, per i quali Giorgio Vasari aveva scelto decorazioni più vivaci e materiali meno nobili, come la pietra della Golfolina. Nondimeno la facciata presenta punti di contatto con Palazzo Lanfreducci, detto alla Giornata, edificato da Cosimo Pugliani sul Lungarno qualche anno più tardi, a partire dal 1607.

Sull’asse centrale si trova anche un emblema marmoreo con i bisanti medicei e la croce di Santo Stefano, doppie volute e una testa leonina affiancata da fiocchi e sovrastata dalla corona granducale. Festoni di frutta fuoriescono dalle volute laterali e dalla parte inferiore. Venne eseguito dopo il 1691, quando il palazzo entrò a far parte dei beni dell’Ordine di Santo Stefano, divenendo sede del tribunale in capo al Consiglio dei Dodici, come ricorda anche l’iscrizione «EQVESTRI IVRI DICVNDO» apposta in facciata nella stessa occasione.

Il massiccio prospetto del Palazzo dei Dodici non gode di una visione diretta dalle strade di accesso alla piazza, all’interno della quale è necessario muoversi per studiarlo. Può essere inquadrato frontalmente da chi attraversa l’area urbana o con una visione angolare da coloro che la raggiungono da Via San Frediano, dove la facciata laterale ripete parzialmente il prospetto principale, con due finestre e le fasce marcapiano, secondo una modalità non frequente a Pisa. Su questo lato le finestre dell’attico illuminano dall’alto il maestoso Salone dell’Udienza, mentre quelle del piano nobile sono tamponate, ma corrispondono opportunamente agli sfondi prospettici della decorazione a tempera.

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Foto di Andrea Freccioni. ©️ Scuola Normale Superiore
Dodici – testata – FRECCIONI – DJI_0406_part. rid.
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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Palazzo dei Dodici –  facciata – Tartarelli SNS – DSC_8320
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