Proiezione sul mar Tirreno e controllo del proprio entroterra hanno permesso a Pisa di mantenere una rilevanza strategica dal punto di vista militare e commerciale per secoli. Durante l’alto Medioevo, tutto ciò si traduceva in un significativo grado di autonomia sia dall’impero bizantino (nella cui area di influenza rientrerà fino ai primi decenni del VII secolo), sia dalle istituzioni di Lucca, allora capitale della Marca di Toscana (dal VI secolo longobarda e dall’VIII carolingia).
I ritrovamenti datati tra il VI e il VII secolo d.C. raccontano di un’evoluzione dell’insediamento urbano tardo antico che subisce una contrazione rispetto all’età imperiale, «radicandosi in alcune aree, soprattutto quelle corrispondenti all’odierna piazza dei Cavalieri e piazza del Duomo», come scrive Gabriele Gattaglia. In fase altomedievale (forse già in precedenza, ma certamente tra il VII e l’VIII secolo), l’area prospicente Piazza dei Cavalieri diventa zona produttiva, ospitando la sede di diversi opifici metallurgici, collocabili tra quest’ultima e la parallela (verso nord) Via Sant’Apollonia (da dove giunge, per altro, l’unica documentazione archeologica «relativa all’edilizia civile di VII e VIII secolo», sempre secondo lo stesso studioso). In questa fase, il tracciato che seguiva l’attuale Via Ulisse Dini, che dalle mura (probabilmente erette attorno al V secolo) giungeva in Piazza dei Cavalieri, assunse grande rilievo. Sono proprio la vicinanza del complesso ‘industriale’ e il toponimo (attestato a partire dal XI sec.) di ‘cortevecchia’ che consentono agli studiosi (non senza incertezze) di collocare in quest’area la curtis del gastaldo longobardo. L’antico addensamento antropico di Piazza dei Cavalieri conviveva tuttavia con vaste zone ‘semirurali’ immediatamente a nord (attuale Via della Faggiola).
Nel basso Medioevo, a partire dalla fine del X secolo, Pisa conosce una crescita tumultuosa e caotica che comincia a trovare una dimensione organizzativa solo due secoli più tardi: ne è prova il trasferimento delle produzioni siderurgiche dall’area di Piazza dei Cavalieri ad aree suburbane, più defilate. Le costruzioni innalzate in questa fase cambiano per ambizione e materiali: anche le strutture private presentano dimensioni precedentemente impiegate solo per gli edifici pubblici, mentre il materiale di recupero utilizzato nell’edilizia pre-XI viene ora sostituito da quello che affluisce dalle vicine cave di calcare dei Monti Pisani e, successivamente (XII-XIII), dal laterizio. In questa fase cresce anche un’edilizia religiosa (attorno alla quale si aggrumano strutture residenziali): in particolare, nelle adiacenze di Piazza dei Cavalieri si segnala l’edificazione della chiesa di San Sebastiano alle Fabbriche Maggiori (attestata al 1074), mentre l’edilizia civile vede l’emergere della casa-torre, simbolo dell’affermazione di un’élite cittadina abbiente e indice di un generale miglioramento delle condizioni economiche.
Nel basso Medioevo, la nascita del Comune (datata, a partire dalle prime attestazioni relative ai consoli, attorno al 1080), con la sua articolata rete istituzionale, impose un poderoso ripensamento urbanistico. Dopo una fase di ‘itineranza’, a partire dal tardo XII secolo, le sedi ufficiali vennero ricollocate in un quadrante compreso tra Piazza delle Sette Vie (antico nome di Piazza dei Cavalieri) e Piazza Sant’Ambrogio (nell’attuale zona del Castelletto). In quest’ultima furono concentrati il Palazzo del Podestà (la cui istituzione risale all’ultimo decennio del XII secolo, mentre la costruzione del palazzo è datata al 1284), le corti di giustizia e la cancelleria comunale. Tale quartiere politico-amministrativo si estese poi dalla metà del XIII secolo a lambire Piazza delle Sette Vie. Dalla metà del XIII, in quest’ultima torna a risiedere il vero e proprio cuore politico cittadino con la sede della magistratura degli anziani e dal 1254 anche quella del capitano del popolo.
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