I Medici (o de’ Medici) sono una delle più importanti dinastie fiorentine e italiane. Di origini popolari, le prime fonti attendibili risalgono agli inizi del XIII secolo: costruitisi una fortuna come mercanti e prestatori di denaro, entrano nelle istituzioni della repubblica di Firenze solo a partire dalla seconda metà del Duecento. Da uno dei probabili capostipiti, Giambuono e da suo figlio Chiarissimo e dal nipote di questi Averardo deriva il ramo principale che si estinguerà secoli dopo, nel 1743, con la morte dell’ultima discendente Anna Maria Luisa. Il patrimonio familiare raggiunge quote imponenti con l’operato di Giovanni di Bicci (1360-429), che divenne «il più ricco banchiere d’Italia». Ma è con il figlio di questi che l’indiscusso potere economico oramai acquisito si lega al dominio politico: dal 1434 Cosimo il Vecchio (1389-1464) assunse di fatto la signoria di Firenze, salvaguardando tuttavia formalmente il modello repubblicano del gonfaloniere coadiuvato da un collegio di priori. Il passaggio ad un modello pienamente aristocratico avverrà solo con l’assegnazione da parte dell’imperatore Carlo V ad Alessandro de’ Medici del titolo ducale (1532). Infine, a seguito dell’investitura di papa Pio V del 1569, i discendenti di Averardo furono elevati al rango di granduchi, sancendo di fatto un dominio incontrastato sulla Toscana.
Oltre alla vocazione finanziaria e al potere politico, la dinastia medicea lega la sua fama anche a un’accorta strategia culturale che farà di Firenze la culla dell’umanesimo italiano: Cosimo il Vecchio e in particolare il nipote di questi Lorenzo il Magnifico (1449-1492) si distingueranno per un mecenatismo raffinato in grado di raccogliere all’interno della propria corte il meglio dell’intellettualità dell’epoca. Una missione (quella di coltivare e preservare la cultura umanistica) che segna l’intera parabola dinastica: l’ultima discendente, Anna Maria Luisa, cederà il governo toscano agli Asburgo-Lorena non prima di aver sottoscritto un accordo in cui i nuovi dominatori si impegnavano a conservare intatto il patrimonio artistico fiorentino.
Sebbene sia innegabile che la storia della Toscana moderna ricada ampiamente sotto il segno dei Medici, è singolare constatare come le vicende che portarono alla conquista di Pisa da parte di Firenze esulino dai periodi del loro diretto dominio. La presa del 1406 precede infatti la salita al potere di Cosimo il Vecchio, mentre la riconquista del 1509, che segna la fine della Seconda Repubblica pisana, avvenne in una fase di recupero degli istituti repubblicani fiorentini proprio a seguito della cacciata dei Medici (1494-1512). Se quindi l’incorporazione della Repubblica di Pisa nel contesto dello stato regionale toscano è indipendente dalle scelte imputabili a esponenti della dinastia, è altrettanto vero che il ‘segno’ della Pisa toscana è da ascrivere interamente alla loro politica.
Ciò fu reso possibile grazie alla graduale stabilizzazione interna di Firenze e all’assoggettamento di Siena (1559), che gettò le premesse per una politica ‘regionale’. Nel nuovo assetto del granducato, Pisa (precedentemente sottoposta a una politica di ‘spoliazione’) comincia a essere inserita in un ampio progetto strategico: sotto i Medici (e in particolare grazie all’opera di Cosimo I e di Ferdinando I) viene potenziata la sua vocazione commerciale, scelta come sede dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, infine accreditata come centro universitario privilegiato. Un imponente lavoro legislativo venne portato avanti per contenere il declino demografico della città, mentre è sul fronte edilizio e infrastrutturale che si palesa forse più apertamente l’‘impronta’ dinastica: dall’edificazione della Logga dei Banchi alle infrastrutture idriche, e alle ristrutturazioni del palazzo granducale. Al culmine di tale politica, la geniale operazione di Piazza dei Cavalieri.
Incastonati nella facciata del Palazzo della Carovana i busti di sei granduchi ricordano il forte legame tra la dinastia Medici e Piazza dei Cavalieri (e l’Ordine di Santo Stefano): Cosimo I (1519-1574), Francesco I (1541-1587), Ferdinando I (1549-1609), Cosimo II (1590-1621) Ferdinando II (1610-1670) Cosimo III (1642-1723). Non rappresentato, termina la teoria medicea Gian Gastone (1671-1737).
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