Morelli (attr.), Leopoldo II

I Lorena –  testata e copertina – Tartarelli SNS – Leopoldo_II_GM_Cav_S.Stefano

Home » Edifici e monumenti » Palazzo della Carovana » Interno » Scalone » Morelli (attr.), Leopoldo II

Carlo Morelli (attr.)

Leopoldo II di Toscana

A metà dello scalone monumentale che collega il secondo al terzo piano del Palazzo della Carovana e conduce alla Sala degli Stemmi, si trova il maestoso ritratto ottocentesco a olio su tela di Leopoldo II di Toscana (170 x 142 cm; con cornice 205 x 178 cm), nelle vesti di gran maestro dell’Ordine di Santo Stefano. La sua collocazione nell’attuale sede, avvenuta nel novembre del 1932, rappresentò l’ultimo atto delle operazioni di riallestimento storico-celebrativo di quest’area palaziale, nell’ambito del più ampio e capillare rinnovamento gentiliano dell’edificio tra il 1928 e il 1933. In un vistoso gioco di rafforzamenti simbolici della semiotica stefaniana (caratterizzante anche il nuovo lucernaio aperto sullo scalone), l’opera veniva esibita come il ritratto «del fondatore della Scuola Normale toscana» (stando a una fonte dell’epoca), con riferimento allo spostamento in Carovana nel 1846, sotto il Lorena, dell’istituzione accademica, per la verità già promossa da Napoleone.

Dagli studi, soprattutto di contesto pisano, il dipinto è stato lungamente attribuito a Giuseppe Bezzuoli (1784-1855), forse il più illustre rappresentante del proto-romanticismo fiorentino e autore di molteplici commissioni granducali, a seguito innanzitutto della prima documentazione che ricorda l’opera in rapporto alla Carovana: due missive del 1932 relative al suo ritiro dall’allora Museo Civico di Pisa (oggi Museo Nazionale di San Matteo), dove era stata depositata momentaneamente nel marzo del 1927 durante i lavori gentiliani (il temporaneo spostamento è attestato ancora da una scritta in corsivo nel suo retro: «dalla R. Scuola Normale a Pisa»). Tuttavia, la mancanza (accertata anche dalla recente ispezione ravvicinata del dipinto) di firme a conferma della paternità di Bezzuoli, nonché il confronto stilistico non convincente con le altre sue opere autografe (negli studi più recenti sull’artista il dipinto pisano non gli è stato riferito), suggeriscono che l’attribuzione fosse stata sollecitata innanzitutto dalla rilevanza del pittore nel contesto tardo granducale toscano, in linea con le velleità celebrative diffusamente dispiegate durante il rinnovamento primo-novecentesco del palazzo.

A una nuova attenta analisi, appare però più plausibile un altro nome: Carlo Morelli, collega di Bezzuoli nella docenza presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze a partire dagli anni quaranta dell’Ottocento. Nato a Roma nell’ultimo decennio del Settecento, Morelli è documentato a Firenze dal 1821 sotto il patronato della casata nobiliare dei Demidoff, per i quali realizzò tra l’altro numerosi ritratti. In particolare, si data prima del 1848 una sua effigie stante di Leopoldo II (di provenienza Ginori), oggi esposta nella Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, che rappresenta una replica pressoché identica del dipinto in Carovana. Oltre alle misure, che nell’esemplare fiorentino sono maggiori e con rapporti dimensionali più verticali (sebbene le figure siano perfettamente proporzionali), la principale discrepanza tra le due versioni risiede nell’aggiunta in quella a Pitti di una porzione di tela, per rappresentare la parte finale della veste e i piedi del granduca, poggianti su un ampio e sfarzoso tappeto: un completamento sollecitato forse dalla necessità di adeguare le dimensioni dell’opera a quelle degli altri ritratti granducali esposti nella stessa sala del palazzo. Infine, a sollecitare l’attribuzione della versione pisana a Morelli interviene anche la notizia che l’artista nel 1840 si era distinto nelle esposizioni fiorentine presentando, tra gli altri quadri, proprio un ritratto del Lorena a figura intera, forse identificabile con il nostro (pur con tutte le cautele dovute a una documentazione sull’artista assai lacunosa).

La datazione del ritratto in Carovana ai primi anni Quaranta trova peraltro conferma nella mancanza di un attributo onnipresente nella ritrattistica più tarda di Leopoldo II (come nell’effigie realizzata da Annibale Marianini nel 1859, oggi esposta al Museo Nazionale di Palazzo Reale a Pisa): il libro aperto dello Statuto fondamentale, una sorta di moderna costituzione firmata dal granduca nel 1848, data che stabilisce pertanto un valido ante quem alla nostra opera.

Se questa ricostruzione è corretta, il dipinto, che la documentazione del 1932 affermava essersi trovato in una «soffitta» della Carovana, sarebbe stato di fatto estraneo alla serie di ritratti monumentali dei granduchi di Toscana, effigiati in veste di gran maestri dell’Ordine, databili dal tardo XVII al XIX secolo e caratterizzati da dimensioni omogene (201 x 115 cm nei ritratti più antichi e 250 x 165 cm per quelli dei granduchi lorenesi; superiori al nostro dipinto), che oggi sono in gran parte conservati a Palazzo Reale. Su questa quadreria ci fornisce le prime notizie relative alla sua precedente collocazione (prima della soppressione dell’Ordine e del suo passaggio allo Stato) Bartolomeo Polloni, descrivendo nel 1837 dentro a Palazzo dei Dodici «una rispettabile raccolta di ritratti dei gran maestri di quest’Ordine fino ai dì nostri quasi non interrotta, che l’ultimo sortì dai pennelli del vivente artista signor Bezzuoli». Il riferimento è probabilmente alla pregevole effigie giovanile di Leopoldo II realizzata dal maestro fiorentino nel 1825, attualmente esposta nel già menzionato museo pisano, ma ricoverata insieme agli altri dipinti della serie nel Museo Civico della città, negli stessi anni in cui questo ospitava anche il ritratto proveniente dalla Carovana: una coincidenza che di certo sollecitò il primo fraintendimento attributivo.

Copyright:
Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Ritratto di Leopoldo II – Tartarelli SNS – Leopoldo_II_GM_Cav_S.Stefano
Carlo Morelli (attr.), Leopoldo II di Toscana, circa 1840. Pisa, Palazzo della Carovana, scalone

Media gallery

Copyright:
Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Ritratto di Leopoldo II – Tartarelli SNS – Leopoldo_II_GM_Cav_S.Stefano
Copyright:
Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Carovana – scalone_Morelli_retro – TARTARELLI – DSC_3547
Newsletter

Newsletter

Resta connesso con noi

Iscriviti alla newsletter di Piazza dei Cavalieri
e resta aggiornato sui progressi e sulle novità del progetto.