Adiacente alla Sala Azzurra, al secondo piano del Palazzo della Carovana, si trova un ambiente oggi noto, in considerazione del suo arredo, con il nome di Sala del Ballatoio. Si affaccia con tre finestre sul lato nord dell’edificio (verso il Palazzo dell’Orologio) ed è attualmente utilizzato come sala di consultazione del Centro Archivistico della Scuola Normale Superiore.
Situato nella parte dell’edificio ammodernata da Giorgio Vasari nel Cinquecento a partire dalle strutture già del medievale Palazzo degli Anziani, la spazio oggi occupato da questa sala doveva ospitare nel Trecento al suo interno una piccola cappella di devozione privata, come ha dimostrato il ritrovamento dietro alle scaffalature lignee nel corso di alcuni lavori alla fine degli anni Settanta di un affresco raffigurante la Vergine con il Bambino e santi, poi staccato e ora esposto in Sala Azzurra.
Una pianta del secondo piano della Carovana, datata prima del 1848 e oggi conservata all’Archivio di Stato di Pisa, conferma d’altra parte che anche in età moderna l’area non era ancora occupata da un unico ambiente, quanto piuttosto da un sistema di stanze in parte forse destinate agli alloggi dei cavalieri stefaniani, in parte di certo connesse (con addirittura due aperture) alla Sala Azzurra. L’ambiente è invece già grossomodo riconoscibile in una tavola grafica datata 15 aprile 1915 e commissionata probabilmente dalla Scuola, o comunque a suo nome, alla ditta Ingegner Felice Comi e C. di Milano, relativa alla realizzazione nell’edificio dell’impianto di riscaldamento. Nonostante le scarse informazioni sull’intervento (con dubbi, peraltro, di una sua effettiva esecuzione, dal momento che negli anni Venti gli allievi alloggiati in Carovana si lamentavano ancora per il freddo), questo prezioso materiale grafico attesta come all’epoca la sala, per quanto più simile alle dimensioni attuali, fosse ancora divisa al suo interno da un tramezzo (verso la Sala Azzurra), avesse due soli affacci all’esterno e presentasse un corpo murario tra di essi di forma irregolare, sopravvissuto alla precedente frammentazione e poi rimosso nel corso del secolo. In questo momento la futura Sala del Ballatoio era dotata di un ingresso principale (tramite il tramezzo), al quale si poteva accedere sia dagli ambienti connessi al corridoio principale del piano (a sinistra, salite le scale a una rampa unica, di impianto vasariano), sia direttamente dalla Sala Azzurra (dove una delle due porte nella parete oggi condivisa tra le due sale era stata nel frattempo chiusa).
Proprio la prossimità a questo prestigioso locale della Carovana potrebbe suggerire la funzione dell’ambiente qui in oggetto (o meglio di una sua parte) nella seconda metà dell’Ottocento, quando alcuni appunti conservati nel Fondo Enrico Betti, ricordano che la biblioteca [della Normale] era «composta da una sala [di certo l’attuale Azzurra] e da una stanza». Ad ogni modo, una porzione poi accorpata nella più ampia Sala del Ballatoio veniva ricordata esplicitamente come «Sala delle Riviste» nei documenti relativi ai primi lavori di ammodernamento della Carovana voluti nel 1928 da Giovanni Gentile e realizzati da Giovanni Girometti. Accanto a questo ambiente, nello spazio tra il tramezzo e l’Azzurra, accostata alla finestra, si decise in quel momento di montare una scala a chiocciola in ghisa su progetto di Luigi Gherardi, che consentisse il passaggio dei libri dai depositi della biblioteca siti al pianterreno del palazzo. La definitiva rimozione del tramezzo e la piena acquisizione da parte dell’ambiente della sua attuale spazialità dovette avvenire nel primo semestre del 1932, quando fu infine montato il ballatoio in legno che gli dà ancora il nome, su progetto dalla ditta Decio Costanzi di Roma. Durante questi lavori la scala a chiocciola fu sostituita da un più agevole ascensore montacarichi.
La prima fotografia della Sala del Ballatoio, allestita come emeroteca della Scuola, risale agli anni Cinquanta e immortala al suo interno alcuni allievi intenti allo studio. Pur non trattandosi di una sala storica del palazzo (come le tre sovrapposte nell’angolo nord-occidentale: la Colonna, l’Azzurra e la Stemmi) questo ambiente, per il suo armonico allestimento primo-novecentesco e per la sua vicinanza al corridoio con le Sale della Direzione (tra cui la Gran Priore), si è presto offerto non solo come un luogo di consultazione del materiale archivistico della Scuola, ma anche come spazio di ricevimenti e rappresentanza. Qui, ad esempio, nel novembre 1962 venne immortalato il ministro Luigi Gui in visita all’istituzione, accanto al direttore Giulio Giannelli e al rettore dell’Università di Pisa Alessandro Faedo.
Nella sua attuale funzione al servizio del Centro Archivistico, la Sala del Ballatoio presenta oggi un ingresso abituale da una porta creata nel corso del Novecento nella parete che fronteggia quella dove è ancora rimasto aperto ed eccezionalmente in uso l’accesso storico dalla Sala Azzurra.
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