Francesco I de’ Medici indossa un’elegante armatura ornata al centro da un mascherone zoomorfo e, sugli spallacci, da una decorazione a scaglie ottenuta alternando buchi di trapano e incisioni. Dalla spalla destra del granduca ricade un mantello bordato di fiori entro losanghe. Il taglio compositivo del busto è a barca, mentre il viso del granduca è inclinato in basso a destra, verso un punto medio situato nello spazio antistante il Palazzo della Carovana, lo stesso su cui si focalizzano i primi quattro busti della serie.
Il ritratto di Francesco I venne eseguito tra il 1591 e il 1593 da Ridolfo Sirigatti, allora conservatore generale alle opere dell’ordine e già autore, negli anni immediatamente precedenti, del busto di Cosimo I. Dopo aver acquistato il marmo «per fare una testa» da tale Giovanni di Duccio, Sirigatti approntò il modello in terracotta e poi, come per il busto del predecessore, fece sbozzare il marmo a uno scalpellino, in questo caso Jacopo Danti, che vi attese per sei giorni. Sirigatti dovette poi rifinire l’opera personalmente: il busto infatti condivide con quello di Cosimo il modo di trattare gli occhi, con il condotto lacrimale forato dal trapano, la lavorazione di barba e capelli con pochi fori di trapano a rilevare e ravvivare le masse, e l’organizzazione delle pieghe del panneggio.
Meno chiaro è il ruolo di un certo ‘mastro Giuseppe di Macharone’, pagato sei lire «per fattura di 1 tavolino e un modello per servitio di fare la testa di marmo del gran duca Francesco fatta fare il signor conservatore», al quale però appare improbabile attribuire la fattura della terracotta.
L’ornamento della nicchia, con volute, conchiglie e il collare del Toson d’oro – l’ordine cavalleresco di cui anche Francesco fu insignito nel 1585 – venne affidato all’intagliatore Scipione Malaspina, che vi lavorò poco dopo aver terminato quello per la nicchia di Cosimo I, composto dagli stessi elementi.
Il busto fa parte della serie di ritratti granducali voluti da Ferdinando I de’ Medici per dare un risvolto autocelebrativo alla decorazione del Palazzo della Carovana, laddove il padre Cosimo in origine avrebbe voluto rappresentare la serie dei fondatori di diversi ordini cavallereschi, trovando con Giorgio Vasari insormontabili difficoltà nel reperimento di esempi iconografici adatti.
Francesco I figura dunque nella serie ideata dal fratello in qualità di predecessore nel ruolo di granduca e gran maestro dell’ordine: il suo apporto alla definizione della piazza fu infatti improntato allo sviluppo delle idee paterne, poi portate a compimento sotto il regno di Ferdinando. A ben guardare comunque rimane aperta la possibilità che la scelta di eseguire una teoria di busti sia attribuibile allo stesso Francesco: il primo documento riguardante la serie si data infatti all’aprile del 1588, ma non è chiaro se sia stato stilato seguendo il calendario fiorentino o pisano. Il sistema fiorentino calcolava l’inizio dell’anno in ritardo di due mesi e 25 giorni rispetto all’odierno, mentre quello pisano lo anticipava di nove mesi e sette giorni. Nella prima ipotesi la decisione venne presa nell’aprile del 1587, sette mesi prima della morte di Francesco, che mancò improvvisamente lasciando il granducato nelle mani del fratello Ferdinando.
Iscriviti alla newsletter di Piazza dei Cavalieri
e resta aggiornato sui progressi e sulle novità del progetto.