Ferdinando II

Il busto raffigurante Ferdinando II de’ Medici è un’opera giovanile di Giovanni Battista Foggini, eseguita tra il 1675 e il 1681.

Il granduca indossa una corazza moderna quasi del tutto offuscata dall’ampio mantello, appuntato sulla spalla sinistra. Sotto il panneggio si intravede la croce dell’Ordine di Santo Stefano, mentre ampio spazio è concesso al colletto traforato.

L’impostazione del ritratto, con l’ampio panneggio e l’accuratissima esecuzione dei dettagli decorativi, sembra discendere da un lato dalla ritrattistica di Giusto Sustermans, artista originario delle Fiandre ma attivo presso la corte medicea per oltre sessant’anni; dall’altro guarda ai modelli della scultura romana coeva, che Foggini aveva potuto studiare durante il periodo trascorso nell’Accademia fiorentina a Roma (1673-1676), fondata da Cosimo III de’ Medici proprio per aggiornare l’arte granducale. L’artista evita però l’introspezione psicologica tipica della migliore ritrattistica romana, raffigurando l’effigiato in maniera ‘superficiale’ ed esteriore. Si distacca anche dalla serie di busti granducali già esistenti sulla facciata, evitando di indirizzare lo sguardo di Ferdinando II al centro della piazza e orientandolo piuttosto verso il Palazzo dell’Orologio, variando quindi una prassi che, a lungo andare, sarebbe risultata ripetitiva.

Essendo passati più di quarant’anni dalla commissione del busto precedente – il Cosimo II di Pietro Tacca – prima di avviare i lavori fu necessario prendere le misure dei ritratti esistenti. Lo scultore completò il nuovo marmo nel 1681 e quello stesso anno si provvide alla sua collocazione, utilizzando l’attrezzatura dell’Opera del Duomo e un argano dell’Arsenale pisano. Contestualmente Antonio Moriconi o Moroni, capomastro e mercante di marmi di Carrara, si impegnava a eseguire l’ornamento della nicchia al prezzo di 56 scudi. L’Ordine di Santo Stefano infatti dichiarava di aver speso la stessa cifra (più ulteriori 6 scudi pagati al muratore e al ferraro) per eseguire le prime quattro nicchie. Un prezzo evidentemente fuori mercato per la fine del Seicento (un primo preventivo ascendeva infatti a 150 scudi), che il mercante accettò con la speranza di ottenere futuri ingaggi dall’ordine.

Lo stesso anno in cui concluse il ritratto per Pisa Foggini dava inizio a una serie di otto busti di personaggi di casa Medici, commissionatagli dal cardinale Francesco Maria per la Villa di Lappeggi a Bagno a Ripoli, successivamente dispersa sul mercato antiquario. Tra le prime effigi realizzava proprio quella di Ferdinando II (oggi alla National Gallery di Washington, DC), che ebbe un enorme successo, come dimostra il gran numero di copie eseguite.

Il ritratto discende in parte dal marmo pisano: l’artista rinuncia però al prezioso colletto e si concentra maggiormente sulla fisionomia dell’effigiato, sviluppando il busto in maniera verticale in considerazione della destinazione ‘da galleria’.