Il restauro della Normale

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Il restauro della Normale

Il Palazzo della Canonica è sottoposto a tutela ai sensi del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio (o Codice Urbani) dal 2006. Buona parte del fabbricato è di proprietà del Demanio della Regione Toscana ed è stato concesso nel 2012 alla Scuola Normale per interessamento dell’allora direttore, Salvatore Settis, con una convenzione cinquantennale. Si tratta in particolare di due ampie porzioni di edificio utilizzate, fin dagli anni Settanta del Novecento, come sede di alcuni organi decentrati della Regione Toscana. La parte destra, già dal 1927 sede del Genio Civile, ha mantenuto la sua funzione anche quando l’organo è diventato un ufficio periferico dello Stato. La parte sinistra, divisa in verticale dalla prima dall’atrio condominiale del piano terra e, al primo e secondo piano, dall’Appartamento del Gran Priore, ha ospitato dal 1983 la Commissione del Ministero dei Lavori Pubblici per lo studio della Torre Pendente. Con la convenzione la Normale si impegnava ad attuare, per successivi lotti di intervento, un piano di valorizzazione che permettesse di adeguare il complesso alle necessità funzionali, distributive e statiche derivanti dalla nuova destinazione bibliotecaria. Nell’arco degli anni si sono alternati come direttori dei lavori gli architetti Donatella Lomoro, Ilaria Falchi e Alessandro Venditti. Il direttore operativo è stato l’ing. Massimo Salvetti.

Tra il 2012 e il 2014 sono state restaurate le facciate e la copertura del palazzo, rinnovando la quinta del lato sud di Piazza dei Cavalieri, unendola cromaticamente agli edifici attigui, in particolare al Palazzo della Carovana e al Palazzo dell’Orologio. A margine di questo lavoro è stato realizzato il restauro del piano terra del lato destro del palazzo, primo embrione della Biblioteca della Scuola, che ha permesso di ripristinare molti segni architettonici andati persi con gli interventi effettuati dalla fine del diciannovesimo secolo in poi. Infatti, se l’attuale configurazione è frutto anche delle azioni condotte tra il primo Seicento, con l’ampliamento delle stanze soprastanti la casa detta di ‘Palla a corda’, e il medio Ottocento, con le modifiche e l’aggiunta dei due quartieri dell’architetto Florio Galli, con gli interventi successivi sono andati persi molti segni architettonici originali: le aperture che si affacciavano sul porticato e sul loggiato per accedere agli appartamenti dei canonici, la trasformazione delle cantine, la realizzazione di un piano ammezzato per ottenere un nuovo appartamento, la demolizione e il tamponamento delle scale presenti in ognuno dei dodici appartamenti dei canonici, la realizzazione del garage, la suddivisione degli spazi interni, con la demolizione dei muri portanti per realizzare gli uffici ampli e ben illuminati del Genio Civile, sono stati tutti interventi che hanno snaturando spazialmente il progetto di Giorgio Vasari. Il restauro ha permesso per prima cosa il recupero dell’organizzazione spaziale e delle murature medioevali che Vasari aveva conservato; ha recuperato, dove era possibile, le scale di collegamento degli appartamenti dei canonici; ha rispristinato le pareti in muratura del garage e ha ripristinato il rapporto tra piano terra e porticato demolendo le tamponature degli archi e recuperando il sistema di aperture posteriore. Infine, l’intervento ha ricomposto la facciata su Via San Frediano con la chiusura delle aperture di accesso al garage e al locale termico e l’inserimento di due finestre con cornici in pietra analoghe a quelle originali.

Nel 2021 sono stati avviati i lavori di restauro della porzione sul lato di Piazza dei Cavalieri (parte destra e sinistra, unite al secondo piano da un unico passaggio realizzato nella Sala lettura posta in corrispondenza del balcone del piano primo e dell’ingresso principale del piano terra). Anche qui è stato possibile recuperare l’organizzazione spaziale degli alloggi originali a sviluppo verticale, operando anche attraverso la risoluta demolizione di parti non congrue realizzate dopo il 1860.

Ma, se da un lato il progetto ha puntato al ripristino dello schema vasariano della «Canonica dei reverendi signori cavalieri cappellani» (come leggiamo nella pianta di Giovanni Domenico Rinaldi del 1732), dall’altro ha approfittato dei collegamenti realizzati nel corso del Novecento, mantenendo ai vari piani la comunicazione orizzontale tra ambienti attigui. Sono tre le direttrici longitudinali che, sfruttando la più amplia flessibilità consentita dallo stato dei luoghi, hanno permesso di realizzare un circuito sequenziale che ottimizzasse l’organizzazione, la gestione e il funzionamento della collezione bibliotecaria della Scuola: quella ‘storica’, costruita dai tre loggiati sovrapposti della facciata posteriore; e altre due direttrici realizzate con aperture allineate, ricavate nelle murature trasversali con tagli netti e riconoscibili, hanno permesso di completare le enfilades create nel corso del Novecento.

Le esigenze biblioteconomiche non hanno permesso di ripristinare il carattere unitario dei singoli alloggi, dotati di due vani per piano, collegati dalle scale ‘private’ interne e privi di ambienti in comune, se si fa eccezione per i loggiati di piano terra e primo. Inoltre, l’intervento della Scuola Normale, che ha dovuto fare i conti anche con le esigenze normative (in materia sismica, di prevenzione incedi, di accessibilità), funzionali, tecnologiche e impiantistiche della nostra epoca, ha sfruttato gli spazi che un tempo ospitavano le scale di collegamento interne, già demolite e andate irrimediabilmente perse, per i nuovi vani ascensore o i servizi.

Ad ogni modo, il nuovo percorso consente di percepire la scansione costruttiva del palazzo, ritrovando, uno dopo l’altro, la sequenza dei maschi murari medioevali (ovvero delle originali porzioni di muratura comprese fra le finestre cinquecentesche). Danno ancora più enfasi a questa lettura compositiva le strutture medioevali inglobate da Vasari nella suddivisione abitativa originale, valorizzate nell’intervento di restauro degli anni Ottanta da un grande volume a tutta altezza che ospita le scale principali e permette di leggere come, all’interno del fabbricato, siano state inglobati case e vicoli, edifici e cortili precedenti alla costruzione cinquecentesca. I recenti interventi, insieme all’esigenza di creare al piano terra solai idonei a sostenere il peso degli scaffali compattabili, hanno consentito di indagare le strutture esistenti, identificando alcune tecniche costruttive di epoca medievale e alcuni accorgimenti adottati da Vasari per collegare le sue strutture a quelle esistenti. Durante gli scavi per il consolidamento delle fondazioni sono stati rinvenuti diversi reperti di epoca medioevale. In particolare, sono stati rinvenuti grossi maschi murari di fondazione, impostati a quote molto profonde, e molto ben assestati. Se le realizzazioni vasariane hanno sfruttato quanto più possibile gli elementi costruttivi presenti, anche dal punto di vista strutturale le sue murature, trasversali rispetto alle strutture medievali, sono state impostate su archi ampli, con spessore a due o più teste e larghezza altrettanto ‘generosa’. Anche la cortina muraria della facciata su Piazza dei Cavalieri è impostata su fondazioni realizzate da Vasari. In alzato le murature non sono ammorsate a quelle esistenti, proprio per evitare che, in caso di assestamento, si potessero creare lesioni in corrispondenza delle giunzioni tra vecchia e nuova muratura. In questi casi il restauro ha previsto un intervento di consolidamento che consentisse i movimenti verticali della parete ma ne impedisse il ribaltamento.

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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
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Rinforzi in laterizio 'vasariani' al primo piano, tra la muratura medievale su Via Ulisse Dini e e la facciata. Pisa, Palazzo della Canonica
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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
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Rinforzi in laterizio 'vasariani' al secondo piano, tra la muratura medievale su Via Ulisse Dini e e la facciata. Pisa, Palazzo della Canonica

Nel marzo 2024 sono stati avviati anche i lavori di restauro delle due porzioni lato Via Ulisse Dini e lato Via San Frediano. Alla conclusione di questi ampi interventi la raccolta libraria che sarà conservata nella Canonica potrà essere collegata a quella già presente nel Palazzo del Capitano, realizzando, insieme alle sedi del Palazzo dell’Orologio e del Palazzo della Carovana una sede bibliotecaria ad accesso diretto tra le più importanti e significative a livello mondiale.

L’intervento ha confermato le ipotesi fatte in fase progettuale: gli ambienti su Via Ulisse Dini costituivano gli ultimi quattro alloggi dei canonici, mentre i locali di Via San Frediano, pur legati all’Ordine, avevano altre funzioni. Così, se sul lato sinistro l’intervento sarà finalizzato al recupero delle strutture originali in analogia con quanto realizzato sulla porzione lato Piazza dei Cavalieri, sul lato destro saranno realizzati al piano terra ambienti ampli, in grado di ospitare locali polivalenti, e ai piani superiori uffici e laboratori connessi alla Biblioteca, ma con accesso indipendente da Via San Frediano. Da questa parte, al di sotto del piano di calpestio del piano terra, sono state rinvenute porzioni di un ambiente sottostante che testimonia come la quota delle preesistenze medioevali fosse piuttosto scoscesa, digradando sia verso ovest, sia verso l’Arno, a sud. Qui le strutture medievali sono più scarse e certamente di minor pregio. Ma il sistema fondale con grossi capisaldi in pietra e ampli archi in laterizio a sesto ribassato di grande larghezza e spessore resta lo stesso.

Note:

Sugli archi di fondazione sono state impostate le murature trasversali cinquecenteschi che definivano i vani scala interni agli alloggi dei canonici.

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Servizio Edilizia © Scuola Normale Superiore
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Arco di fondazione vasariano su struttura muraria medievale, individuato durante i restauri (2021-in corso). Pisa, Palazzo della Canonica

Il 7 dicembre 2023 la Scuola è riuscita ad acquisire anche l’Appartamento dell’ex Preposto: un’unità sviluppata in parte al piano terra e, in modo più consistente, nella zona centrale del primo e del secondo piano, sopra l’ingresso del Palazzo della Canonica. Tale concessione, di proprietà del Demanio dello Stato, contribuirà a rendere più agevole la fruibilità degli spazi destinati a biblioteca. Non solo: la piazza un tempo dedicata all’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, che Vasari aveva pensato come un grande teatro, mettendo in relazione le facciate dei palazzi con i monumenti scultorei, potrebbe ritrovare questa organicità non solo nella percezione visiva dell’architettura, ma anche nella distribuzione delle funzioni che i vari edifici della Scuola Normale, affacciati su quest’area urbana, potrebbero riuscire ad assolvere.

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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Canonica – restauro Normale – TARTARELLI – DSC_0957_rid.
Note:

Sugli archi di fondazione sono state impostate le murature trasversali cinquecenteschi che definivano i vani scala interni agli alloggi dei canonici.

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