La decorazione ad affresco sulla facciata del Collegio Puteano venne commissionata a Michelangelo Cinganelli nel 1604. Assegnata dalle fonti al più famoso Giovanni Stefano Maruscelli, più tardi attivo nel Palazzo dell’Orologio, è stata ricondotta solo in tempi moderni alla mano del primo, originario di Settignano.
Come nel caso del Palazzo dell’Orologio la decorazione si è molto deteriorata nel tempo: nel 1798 Alessandro Da Morrona dedicava alla facciata un breve accenno affermando «che non lascia di mostrare alcuni putti con leggiadria delineati, e svelti». Una frase di apprezzamento che però sembra rivelare come la totalità del programma iconografico non fosse già più leggibile.
La decorazione fu oggetto di un restauro moderno tra il 1893 e il 1895, a opera del fiorentino Domenico Fiscali, probabilmente preceduto da altri interventi, ai quali potrebbe ascriversi l’alterna qualità di alcune figure.
Gli affreschi dovevano svolgersi sull’intera superficie del palazzo, alternando fasce e pannelli decorativi. Oggi sono sopravvissuti la fascia del sottotetto e i pannelli disposti tra il primo e il secondo piano. Nella porzione inferiore i riquadri a tinta neutra sono stati delineati nel corso di moderni restauri per ricordare l’originale partizione della facciata.
L’intera decorazione è inserita in una finta architettura, caratterizzata da un fregio a ovoli nel sottotetto e da paraste che cingono la facciata nella parte superiore e si trasformano più in basso – forse proprio a seguito di un intervento successivo – in finti mattoni.
Nella fascia del sottotetto è raffigurato un Angelo con un ramo di palma, assiso sul cornicione in pietra della Golfolina della prima finestra da sinistra, completata di volute dipinte nella parte superiore. Dietro e accanto a questa figura si intravedono dei pannelli con ghirlande e tendaggi, mentre sull’altro spigolo del cornicione è assiso un secondo Angelo, di spalle, intento a leggere un volume. Lo schema si ripete variando gli attributi e la posizione degli spiriti celesti, anche se il vertiginoso calo qualitativo della terza e della sesta figura, tra l’altro a tinta più chiara, suggeriscono che si tratti del frutto di restauri successivi. Si segnala invece la naturalezza e la fluida tinta chiaroscurata dell’Angelo assiso sullo spigolo sinistro dell’ultima finestra, impegnato in una lieve torsione. Interessanti e di qualità altalenante anche i simboli raffigurati a destra e a sinistra dell’asse centrale: vasellame, volumi e forse trofei guerreschi.
Nel piano inferiore i due fianchi della facciata sono cinti da cornici mistilinee, con decorazioni desunte dal repertorio della grottesca. Al centro delle cornici, appesi a dei nastri, sono raffigurati dei volumi, forse a richiamare il fondamento educativo del collegio. Sopra le finestre del piano nobile sono dipinti frontoni triangolari spezzati con al centro conchiglie, ghirlande e volatili, forse aquile. Assise sul frontone sono coppie di angeli, meno nerboruti rispetto a quelli del piano superiore. I pannelli che si inframmezzano alle finestre del quarto piano sono suddivisi in due sezioni: quella superiore ornata di bracieri e ghirlande, quella inferiore con figurazioni ormai illeggibili.
Qui purtroppo si interrompono le possibilità di lettura del partito decorativo, che sembrerebbe improntato a ricordare le finalità didattiche che indussero Carlo Antonio dal Pozzo a fondare l’istituzione destinata a ospitare gli studenti iscritti allo Studium pisano provenienti dal biellese.
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