L’Ordine e il suo Ospedale

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L’Ordine e il suo Ospedale

Fin dal momento della donazione (e restauro) nel 1567 da parte del duca Cosimo de’ Medici al neo-istituto Ordine di Santo Stefano, l’antico Palazzo del Capitano, presto integrato sotto Ferdinando I con l’aggiunta dei resti della Torre della Fame e quindi di nuovo insieme a questa rinnovato creando un unico edificio, l’attuale Palazzo dell’Orologio, assunse le funzioni di infermeria. La decisione di avere, nella nuova Piazza dei Cavalieri, una struttura che servisse per l’accoglienza e la cura per i Cavalieri infermi costituì una componente essenziale dell’organizzazione dell’Ordine. In primo luogo, l’Ospedale della Religione rispondeva al bisogno di tutelare la salute dei propri membri e mantenerne il buono stato fisico. I cavalieri, che dovevano essere impegnati in operazioni belliche, potevano infatti necessitare, in contesti di emergenza, di cure mediche speciali, a cui l’Ospedale sapeva provvedere.

Oltre a queste funzioni pratiche, la nuova struttura si inseriva in maniera organica nella visione di Cosimo, che puntava all’emulazione, anche nella vocazione all’hospitalitas, degli ordini religioso-cavallereschi di epoca medievale, assunti a chiaro modello per l’Ordine stefaniano. E tra questi, in particolare, l’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, anche conosciuto come Ordine di Malta. La scelta di destinare un intero palazzo a infermeria rappresentava quindi la volontà di recuperare tanto una tradizione consolidata nel mondo cavalleresco, nel quale l’assistenza ai malati e ai bisognosi era parte integrante della missione religiosa e militare, quanto conferire al nuovo Ordine mediceo una legittimazione storica, associandolo ai valori e alle pratiche dei suoi prestigiosi predecessori.

In aggiunta alla nuova funzione acquisita, il complesso architettonico venne ribattezzato, dopo il rinnovamento primo seicentesco, Palazzo del Buonomo, con riferimento alla neoistituita carica del Buonomo dei Cavalieri, la figura preposta alla direzione dell’Ospedale dell’Ordine. Nell’adempiere a questa funzione, il Buonomo aveva come mansione principale quella di visitare i cavalieri malati che si trovano presso il palazzo e di garantire che ricevessero le cure adeguate. Inoltre, aveva rilasciava le fedi o patenti di sanità: documenti ufficiali che attestavano il buono stato di salute dei cavalieri sottoposti a visita e, testimoniando l’avvenuta guarigione da un malanno, permettevano anche di certificare la piena capacità fisica per partecipare a operazioni belliche. Infine, sempre al Buonomo toccava il compito di passare in rassegna i farmaci posseduti dalla spezieria, compilarne l’inventario e provvedere all’acquisto di ciò che mancava. La spezieria dell’Ordine possedeva circa 280 farmaci di diverso tipo, in larga parte derivanti da piante officinali. Si trattava dunque di una carica di rilievo e chi la ricopriva deteneva anche un seggio nel Consiglio dei Dodici, l’organo che affiancava il gran maestro nella gestione dell’Ordine.

Il nuovo Ospedale dell’Ordine di Santo Stefano beneficiava, inoltre, della presenza a Pisa di un prestigioso studium di Medicina, rinnovato sempre sotto il governo di Cosimo, che aveva promosso la rifondazione dell’Ateneo pisano, inaugurato nuovamente già nel 1543. I medici dell’istituzione accademica furono occasionalmente chiamati a collaborare con l’Ordine, su discrezione del Buonomo, per offrire la loro consulenza.

Il ruolo del Palazzo del Buonomo come Ospedale dell’Ordine venne progressivamente meno nella seconda metà del XVII secolo, fino ad essere sostituito da un impiego solo residenziale, in linea con l’affievolirsi della vocazione bellica dell’Ordine già dalla metà del Seicento, sostituita da una funzione più prettamente legata ai meccanismi di carriera e avanzamento sociale all’interno della nobiltà toscana.

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Copyright:
Foto di Giandonato Tartarelli, Scuola Normale Superiore. Su concessione del Ministero della Cultura – Ville e residenze monumentali fiorentine – Direzione regionale Musei
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