Anna di Świdnica

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Anna di Świdnica

Anna di Świdnica nacque nel 1339 da Enrico II di Świdnica, duca di Jawor nella Bassa Slesia, e Caterina d’Ungheria. Nel 1353 a Buda, la duchessa quattordicenne sposò Carlo IV di Lussemburgo (1316-1378), divenendone la terza moglie. Nel medesimo anno venne nominata dapprima, a Praga, regina consorte di Boemia e qualche mese dopo, ad Aquisgrana, regina dei Romani. Nel corso del primo viaggio in Italia (1354-1355) intrapreso dal coniuge, Anna si mosse quasi sempre al suo fianco. Lo scopo era raggiungere Roma per la cerimonia d’incoronazione imperiale che avrebbe celebrato un cardinale incaricato da papa Innocenzo VI il 5 aprile 1355 nella Basilica di San Pietro in Vaticano, in seguito alla quale Anna divenne la reggente consorte del Sacro Romano Impero.

Tra le tappe principali, in quanto a durata della permanenza e a rilevanza politica della sede, che le truppe imperiali effettuarono lungo il percorso peninsulare, ci furono i due soggiorni a Pisa. Carlo IV e i suoi fecero il loro ingresso trionfale in città dalla Porta del Leone – a nord-ovest della Piazza del Duomo – il 18 gennaio 1355 e vi rimasero di stanza fino al 22 marzo. Anna raggiunse il marito l’8 febbraio «con molta gente e trovósi in quel dìe pió di quatromigla cavalieri armati tutti», per partire insieme a lui alla volta della città papale. Poi, sulla via del ritorno, i due regnanti si fermarono insieme nuovamente a Pisa dal 5 al 27 maggio, compiendo nel frattempo visite e incursioni in altri centri toscani limitrofi. La Repubblica destinò entrambe le volte alcuni spazi intra mœnia a residenza degli importanti ospiti forestieri, come si può ricostruire grazie soprattutto all’anonima Cronica di Pisa (ms. Roncioni 338 dell’ Archivio di Stato di Pisa, trascritta per primo da Lodovico Antonio Muratori nel 1729 nel quindicesimo tomo dei Rerum Italicarum Scriptores) e alla Cronica di Matteo Villani: opere dalle quali Raffaello Roncioni ha perlopiù prelevato le notizie inserite nel brano delle Istorie pisane dedicate a questi soggiorni.

Le fonti riportano che, nell’occasione della prima sosta, all’imperatore furono dapprincipio riservati degli ambienti nelle case di proprietà dei Gambacorta (protagonisti a più riprese della scena pubblica cittadina nel corso del XIV secolo), situate nella «carraia di Sancto Gilio», odierno Corso Italia. Dall’annessione di quegli edifici, in una posizione così eminente all’interno del tessuto urbano medievale, sarebbe sorto su commissione di Pietro Gambacorta nell’ultimo trentennio del Trecento l’imponente palazzo di famiglia.

Di ritorno nella città da Siena, tappa intermedia effettuata nella progressiva risalita da Roma a seguito dell’incoronazione, la dimora del sovrano, che era da poco stato riconosciuto formalmente signore di Pisa e di Lucca e che subito confermò le proprie prerogative con l’eccezionale esecuzione in Piazza delle Sette Vie di alcuni membri della stessa famiglia Gambacorta, mutò e crebbe di simbolica rilevanza urbana. Divenne, nella fattispecie, proprio il Palazzo degli Anziani nella medesima piazza. Ciò che, però, il canonico ed erudito Roncioni ha estromesso dal racconto è che anche per l’imperatrice gli alloggi furono allestiti nel medesimo luogo. L’informazione è veicolata da un testo redatto a stretto giro dei fatti trecenteschi. Nella Cronaca di Pisa di Ranieri Sardo si legge che la sera del 6 maggio 1355 «lla inperadrice nel palazzo si fecie lo suo lecto dove stavano gli Anziani, e gli Anziani tornorono a stare nel palagio dove stava il chapitano del popolo». Riprendendo in mano la Cronica di Pisa roncioniana, recuperiamo però un altro dato interessante sull’edificio che risale a quello stesso maggio 1355: una notte, a causa di alcuni disordini interni tra le fazioni dei Raspanti e dei Bergolini seguiti alla morte di Francesco Castracani degli Antelminelli signore di Lucca, venne appiccato un incendio nella parte di palazzo «nel quale stava lo ‘mperadore, e li Anziani stavano nel palagio vecchio da lato». Nella Cronica del Villani è specificato inoltre che il reggente «abitava» in quel luogo nel momento in cui divampò il fuoco. A quell’altezza cronologica, la sede presentava ancora due unità costruttive distinte, che sarebbero state unificate solo decenni dopo, e dobbiamo presumere da tali testimonianze che Carlo IV e Anna di Świdnica fossero stati sistemati nella sezione nuova (verso l’attuale Palazzo dell’Orologio), mentre i membri dell’Anzianato furono trasferiti con l’occasione, in via temporanea, nella più antica.

Conclusa la missione in Italia, la giovanissima Anna ebbe dall’imperatore tre figli: Elisabetta, Venceslao IV, che succedette al padre sul trono, e infine un altro maschio, il quale, a causa di complicazioni durante il parto, morì assieme alla stessa madre l’11 luglio 1362. A proposito della venuta al mondo della primogenita, il 19 aprile 1358, si conserva una missiva gratulatoria indirizzata da Petrarca all’imperatrice (Familiares, XXI, 8). Scritta in risposta al perduto annuncio della nascita fatto da Anna al poeta, che ebbe per certo l’opportunità di conoscere a Praga nel luglio 1356 (quand’egli vi si recò in ambasciata per conto dei Visconti), la lettera nota come De laudibus feminarum è una testimonianza assai rilevante dell’alto livello delle relazioni personali ricercate e intrattenute dalla colta sovrana.

Quando nel 1368-1369 Carlo IV, in questo caso da solo, sostò di nuovo a Pisa durante la sua seconda discesa nella Penisola, trovò ancora sistemazione nel Palazzo degli Anziani, dove i due corpi edilizi originari stavano ricevendo in quel momento gli ultimi accomodamenti per divenire una struttura organica. Ad attestarlo concorrono ancora una volta le parole di Ranieri Sardo.

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Note:

Oro, peso 4,47 g e diametro 29 mm (https://ikmk.smb.museum/object?id=18206248)

Copyright:
© Staatliche Museen zu Berlin, Münzkabinett / Lutz-Jürgen Lübke (Lübke und Wiedemann)
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