Alessandro Pieroni

S. Stefano – 1588 monocromo, Comunione, GIUSTA! – testata – TARTARELLI – 462-7296

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Alessandro Pieroni

Pittore, designer, architetto e ingegnere, Alessandro Pieroni nacque nel 1550 a Impruneta, nei dintorni di Firenze, acquisendo per questo anche l’appellativo di ‘Alessandro dell’Impruneta’. Personalità poliedrica, la cui fortuna critica è stata spesso oscurata dai grandi nomi con cui si trovò a collaborare, egli fu attivo, oltre che a Pisa, in vari altri centri toscani, tra cui Firenze, Volterra e Livorno, e lavorò a lungo al servizio del granduca Ferdinando I de’ Medici.

La sua formazione artistica si compì a Firenze, dove il padre legnaiolo svolgeva i suoi negozi e dove il giovane Alessandro poté frequentare la bottega del pittore Agnolo Bronzino, immatricolandosi nel 1570 anche all’Accademia del Disegno. Negli anni di apprendistato egli ebbe inoltre modo di farsi conoscere e apprezzare da Alessandro Allori, più anziano di lui di quindici anni e allievo prediletto del suo maestro (che gli avrebbe lasciato poi in eredità la propria bottega), divenendone uno dei più fidati collaboratori. Fu verosimilmente nel medesimo periodo che Pieroni maturò, non solo grazie all’esempio di Allori ma anche a seguito dei contatti con il celebre architetto e scultore fiorentino Bernardo Buontalenti, competenze in campo architettonico e ingegneristico, elaborando già nel 1578 una pianta dei condotti idraulici del giardino di Palazzo Salviati a Firenze, cantiere a cui aveva dato il suo contributo anche come pittore, realizzando alcuni fregi, oggi in gran parte perduti.

Per quel che riguarda la sua attività pisana, nel 1588 l’artista prese parte alla preparazione degli apparati festivi allestiti, su coordinamento di Ridolfo Sirigatti, nella chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri in occasione della solenne visita del granduca Ferdinando I. Sua è infatti una delle tele a monocromo del ciclo dedicato a santo Stefano papa, in un primo momento identificata dagli studi con quella avente per soggetto Santo Stefano che viene seppellito nelle catacombe di Callisto, e in seguito con l’episodio di Santo Stefano papa che distribuisce la comunione nelle catacombe di Lucina (essendosi nel frattempo reperiti per l’altra due disegni di Giovanni Stradano custoditi all’Ashmolean Museum di Oxford, invv. WA1943.6; WA1863.202). La creazione di apparati effimeri e scenografie fu del resto un’attività a cui Pieroni attese ripetutamente nel corso della sua vita, già a partire dal 1574, in occasione della cerimonia funebre per la morte di Cosimo I in San Lorenzo a Firenze, e poi a più riprese tra il 1582 e il 1589. Proprio sullo scorcio degli anni ottanta egli finì tuttavia per abbandonare progressivamente la pittura, limitando anche le collaborazioni con Allori, per aprirsi a una nuova stagione che lo vide protagonista in ambito architettonico. Determinante fu in questo senso l’avvicinamento all’eclettico don Giovanni de’ Medici, figlio naturale del granduca Cosimo I e affermato condottiero nonché abile architetto, coinvolto nei principali progetti patrocinati dal fratellastro Ferdinando I in varie città della Toscana.

Al fianco di don Giovanni Pieroni lavorò al progetto per la nuova – e mai eseguita – facciata della cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore (1590), e fu poi attivo nei cantieri di diverse fortezze medicee, tra cui quella Nuova di Livorno e quella del Belvedere a Firenze, partecipando anche ai lavori della Cappella dei Principi in San Lorenzo (1592-1594) e dell’altare della Santissima Annunziata (1593), per il quale don Giovanni lo raccomandò a Ferdinando I con una missiva nella quale lo definiva «mio pittore» e lo inviava al granduca «con tutti li modelli d’altare» già predisposti e accompagnato da uno scultore e da due altri aiuti pittori. A Pisa la sua presenza è invece attestata nella Primaziale, dove fu coinvolto nei lavori di ristrutturazione seguiti al distruttivo incendio del 1595, e nel cantiere della chiesa dell’Ordine stefaniano, prendendo parte alla progettazione della facciata, come sembra documentare un foglio oggi custodito al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi (inv. 2926 A), che gli è stato riferito. Elaborò inoltre idee per il cosiddetto ‘coro dei militi’ (smantellato nel Seicento), all’interno dell’edificio, e per l’articolato soffitto ligneo (1603-1604) che andò a installarsi sulle capriate concepite in origine da Giorgio Vasari a copertura della navata centrale. Quest’ultimo, riccamente intarsiato e per il quale sono noti diversi studi grafici di Pieroni, fu poi messo in opera dal decoratore e intagliatore Filippo Paladini e racchiude al suo interno sei tavole di formato rettangolare dipinte con episodi della Storia dell’Ordine di Santo Stefano, contornati da stemmi medicei sorretti da angeli, scudi con croci dell’Ordine e motti latini.

A conclusione di una carriera intensa, che lo vide impegnato su più fronti e con le più diverse mansioni, Alessandro Pieroni morì a Livorno nell’estate del 1607.

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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore. Su gentile concessione del Demanio dello Stato
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