Il cortile del Palazzo della Carovana, centro della vita accademica della Scuola Normale, insiste sul prospetto posteriore dell’edificio rinnovato da Giorgio Vasari e su tre lati, di cinque livelli ciascuno, costruiti nei primi anni Trenta secondo il progetto dell’ingegnere Giovanni Girometti. In anni recenti, il loggiato al piano terra del lato sud è stato chiuso con vetrate. Al suo interno è esposto il busto primo settecentesco del granduca e gran maestro dell’Ordine di Santo Stefano Gian Gastone de’ Medici (1671-1737). Al centro del cortile si trova un pozzo decorativo (senza cisterna) donato dalla Soprintendenza del Veneto.
Il prospetto vasariano è oggi molto diverso da come era stato realizzato in origine. Ispirandosi alle forme dell’edilizia monastica, l’architetto aretino aveva progettato un loggiato a sesto ribassato su tre piani, che desse accesso alle stanze dei cavalieri. I capitelli e i balaustri erano in macigno della Golfolina, mentre i pilastri e le pareti erano decorati da un graffito a bugne. Una scala a doppia rampa completava la facciata posteriore. Successivamente, tra il 1577 e il 1588, venne costruito un cortile, costituito sugli altri tre lati da ambienti di servizio, che in parte occupavano strutture medievali.
È possibile farsi un’idea della struttura del cortile nel 1754, grazie alla Pianta del pian terreno del Palazzo Conventuale elaborata dall’ingegnere Giovanni Michele Piazzini, che costituisce di fatto il primo rilievo storico dell’edificio. Possiamo vedervi gli ambienti di servizio come la legnaia, la cucina, la stalla e il fienile, ovviamente di altezza ridotta rispetto al resto dell’edificio.
Nel 1777 si decise di chiudere con vetrate i loggiati del prospetto vasariano, privandolo del gioco di luci e ombre che ne avevano assicurato fino a quel momento la plasticità.
Dopo il 1846, con l’insediamento della Scuola Normale, l’edificio della cucina, posto a est e quindi fronteggiante il corpo cinquecentesco, venne sopraelevato di due piani. Il cortile non ebbe quindi sostanziali mutamenti fino al rinnovamento primo novecentesco, cui si deve la costruzione ex novo delle tre ali. In questa fase il prospetto vasariano venne restaurato e la scala originaria, ancora riconoscibile in fotografie del primo Novecento, sostituita dall’attuale scala angolare. L’ampliamento degli spazi si era reso necessario per rispondere al programma di rafforzamento dell’istituzione accademica promosso dal direttore del tempo, Giovanni Gentile, che aumentò il numero degli iscritti (da 15 a 61; poi 110) e arricchì le collezioni della Biblioteca.
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