Nel Palazzo della Carovana l’attuale assetto del corpo che dà su Piazza dei Cavalieri è il frutto di tre campagne di intervento succedutesi nei secoli: la ristrutturazione cinquecentesca a opera di Giorgio Vasari, che mirò allo sfruttamento ottimale delle preesistenti strutture medievali; la campagna di lavori avviata alla metà del XVIII secolo e conclusa nel primo quarto del secolo successivo; infine, gli interventi eseguiti tra 1928 e il 1933 durante la direzione della Scuola Normale da parte di Giovanni Gentile (momento in cui si eressero anche le altre ali dell’edificio). L’insieme di questi interventi presenta oggi la Carovana come una sorta di ‘palazzo palinsesto’, stratificato nel tempo.
Tutti gli ambienti situati a ridosso della facciata sono di origine medievale, mentre la struttura del loggiato – chiuso a fine Settecento – che si affaccia sull’odierno cortile è il risultato dell’edificazione vasariana. L’architetto realizzò per quanto possibile una planimetria di ispirazione conventuale, suddividendo l’edificio in quartieri (alloggi) composti da due stanze ciascuno, con l’ingresso sul loggiato del prospetto posteriore. Una composizione in gran parte alterata nel Novecento, quando i quartieri vennero tagliati da corridoi e suddivisi in più locali.
Buona parte della ristrutturazione vasariana si concentrò sulle coperture degli ambienti: quelli del piano terra acquistarono per lo più volte a botte o a crociera, mentre ai piani superiori si preferirono palchi in legno. Solo gli ambienti di rappresentanza – ossia il Salone delle Armi, oggi Sala Azzurra, e il Salone della Scherma, oggi Sala degli Stemmi – vennero dotati di un elegante soffitto a cassettoni. Diverso fu il caso del Salone dell’Armeria, oggi Sala della Colonna, situato al piano terra e dotato di una volta a crociera, che Vasari lasciò immutata nella sua conformazione medievale, ma che fu demolita nel XVIII secolo. Al piano terra, oltre all’armeria erano collocati diversi magazzini, mentre alcuni quartieri del primo piano vennero utilizzati per finalità collettive, come il carcere e la tesoreria. Altri ambienti del secondo e terzo piano furono riservati alle più alte cariche dell’Ordine di Santo Stefano: al secondo piano erano alloggiati il gran priore, il conservatore generale e il gran cancelliere; al terzo il gran tesoriere e l’ammiraglio.
È possibile trarre un’idea abbastanza fedele della disposizione originaria dei quartieri grazie a due piante – del pianterreno e del terzo piano – redatte nel 1754 da Giovanni Michele Piazzini, poco prima dell’avvio di una nuova campagna di modifiche.
Come si vede dalla pianta del terzo piano di Piazzini, Vasari volle collegare il Salone delle Armi e quello della Scherma con un elegante scalone a tre rampe, oggi non più apprezzabile perché sostituito tra il 1824 e il 1825 dall’attuale scala a due rampe. Questo intervento impose ulteriori modifiche nella disposizione interna – iniziate già alla metà del Settecento – come la riduzione del Quartiere del Gran Priore e l’apertura di un finestrone di illuminazione, chiuso durante i lavori novecenteschi.
Tra il 1928 e il 1933 infatti, per venire incontro alle crescenti esigenze della Scuola Normale, Giovanni Girometti fu incaricato di rinnovare il fabbricato vasariano e di costruire le tre ali che odiernamente circondano il cortile, caratterizzate da una struttura più lineare, all’interno della quale si trovano corridoi dotati di studi e aule su entrambi i lati o solo sul lato esterno, a seconda dei piani, per un totale di cinque livelli. Venne inoltre sostituita la scala vasariana che permetteva di scendere nel cortile dal corpo cinquecentesco.
Duranti questi lavori emersero alcune preesistenze medievali e di prima età moderna sia sui fianchi esterni che all’interno della fabbrica rinnovata da Vasari: lasciati a vista, in ambienti del primo e secondo piano, porzioni di muro e affreschi di rilevante interesse artistico provano la stratificazione storica dell’edificio.
Oltre alle aule e agli studi, oggi il Palazzo della Carovana ospita anche il Centro archivistico della Normale che conserva tra gli altri il fondo storico dell’istituzione, situato al secondo piano. Su questo livello, dal 2012 a rotazione sono esposte alcune opere d’arte contemporanea provenienti dal Centro Pecci di Prato, in un inedito dialogo con i numerosi stemmi dei Cavalieri di Santo Stefano disposti al suo interno. In due corridoi del primo piano è invece presente in un allestimento permanente una collezione di calchi epigrafici.
Il Palazzo della Carovana è inoltre collegato al Palazzo dell’Orologio da un tunnel sotterraneo, costruito per permettere agli allievi di accedere ai diversi fondi librari della Scuola Normale. Il collegamento tra i due edifici, realizzato negli anni Ottanta del secolo scorso, riprende una proposta già avanzata nel Settecento.
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