Sirigatti, Ferdinando I

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Ridolfo Sirigatti

Ferdinando I de' Medici

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Foto di Andrea Freccioni. ©️ Scuola Normale Superiore
Busto Ferdinando I – Copertina e immagine 1 – Freccioni SNS – DJI_0551
Ridolfo Sirigatti, Busto di Ferdinando I, 1595-1596. Pisa, Palazzo della Carovana

Come i suoi predecessori il granduca Ferdinando I de’ Medici indossa la corazza e un mantello. Quest’ultimo è appuntato sulla spalla destra e termina con un fiocco. Lo spallaccio sinistro, parzialmente oscurato dal bordo della nicchia, presenta un’elegante decorazione zoomorfa – si ravvisa chiaramente un’ala –, mentre al centro dell’armatura è la croce dell’Ordine di Santo Stefano. Il busto del granduca, al quale con ogni probabilità si deve l’ideazione della teoria di ritratti, costituisce la terza effigie della serie e venne eseguito come i primi due dallo scultore e architetto Ridolfo Sirigatti.

Intorno alla prima metà del 1595 si datano gli iniziali stanziamenti dell’Ordine relativi all’opera: alcuni riguardano la fornitura del marmo – giunto da Carrara all’arsenale pisano e poi da questo a casa di Sirigatti –, e altri la fattura del modello. Si registra infatti la consegna allo scultore di una «soma di terra d’Arno», presumibilmente per lavorare la terracotta, e il pagamento per il trasporto del modello del busto di Ferdinando nonché di quello di Cosimo «conforme a che piacque a esso Sirigatti» (riferendosi forse, almeno nel caso del primo, al trasporto presso la fornace per la cottura). Seguono, entro l’aprile dell’anno successivo, i pagamenti a diverse maestranze: Gino di Stoldo, che con ogni probabilità si occupò di sbozzare il marmo, nel corso di due giorni di lavoro, il lustratore «Chirico» per averlo rifinito e pulito, i muratori che lavorarono alla nicchia, gli addetti al trasporto e alla collocazione del busto e infine l’intagliatore Scipione Malaspina, responsabile del ricco ornamento della nicchia. Quest’ultimo è costituito da volute, conchiglie e festoni di frutta che rimpiazzano il collare del Toson d’Oro, presente sotto i busti di Cosimo e Francesco, giacché Ferdinando non fu mai insignito di questa onorificenza.

A Ferdinando si deve il completamento della conformazione di Piazza dei Cavalieri, così come l’avevano immaginata Giorgio Vasari e il padre Cosimo: sotto il suo regno (1587-1609) fu eretta la facciata di Santo Stefano dei Cavalieri, vennero ultimati il Palazzo della Canonica e quello dei Dodici (allora dei Priori) sul lato sud, e furono costruite le case a schiera del lato ovest e il Palazzo dell’Orologio su quello nord.

Con ogni probabilità la decisione di apporre la propria effigie accanto alla coppia di busti raffiguranti il padre e il fratello poggia su un sofisticato calcolo probabilistico. A rigore, aggiungendo un terzo busto sulla facciata del Palazzo della Carovana si andava infatti a creare una struttura asimmetrica, senza che la storia avesse ancora consacrato un quarto granduca Medici. Se si prende in considerazione l’utilizzo del calendario fiorentino, Ferdinando decise di ordinare la propria immagine subito dopo la nascita del terzogenito maschio Carlo, seguita a quella dei figli Cosimo (1590) e Francesco (1594). Considerato il tasso di mortalità infantile in età moderna, solo alla nascita del terzo figlio maschio Ferdinando dovette sentirsi abbastanza sicuro da commissionare un proprio busto, perché in un modo o nell’altro un Medici avrebbe dominato il granducato negli anni a venire e quindi una quarta effigie sarebbe stato affissa a pendant della propria.

D’altronde, egli fu anche il promotore di una vera e propria strategia di appropriazione politica e culturale dei territori del granducato tramite la diffusione della propria immagine e di quella paterna a Firenze e in altri centri toscani. A Pisa, oltre al gruppo con l’Allegoria della città sollevata dal granduca, eseguita da Pietro Francavilla per la porzione di Lungarno davanti a Palazzo Reale (1593; oggi a Piazza Carrara), fece disporre la propria effigie nelle arterie di collegamento tra il Lungarno e il Duomo: lungo Via Santa Maria vi sono ben tre busti del granduca, rispettivamente sulle facciate del Collegio Ferdinando, del Palazzo dello Stellino e della Pia Casa della Misericordia (oggi Palazzo Quaratesi); in Borgo Stretto ve n’è uno sulla facciata di Palazzo Bocca, e un altro si trova in Via dei Mille, sulla facciata di Palazzo Altini-Buonamici.

 

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Foto di Giandonato Tartarelli. ©️ Scuola Normale Superiore
Busto Ferdinando I – immagine 2 – Tartarelli SNS – DSC_7860
Ridolfo Sirigatti, Busto di Ferdinando I, 1595-1596. Pisa, Palazzo della Carovana
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Busto Ferdinando I – immagine 3 – Tartarelli SNS – DSC_8131
Ridolfo Sirigatti, Busto di Ferdinando I, 1595-1596. Pisa, Palazzo della Carovana

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