Ceduto dall’Amministrazione provinciale di Pisa per diventare sede dell’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano, creata nel 1939, il Palazzo dei Dodici ha ospitato nel corso della sua storia plurisecolare differenti enti, che lo hanno adibito a molteplici usi e funzioni.
Come gran parte delle strutture che sorgevano su Piazza delle Sette Vie (in seguito Piazza dei Cavalieri), anche questo edificio accoglieva in età medievale una delle magistrature cittadine in cui si articolava il governo della Repubblica pisana: la Camera del Comune. Senza perdere la sua funzione pubblica con il dominio fiorentino (1406) e sotto le nuove magistrature di questo, fu solo nel 1509 che divenne residenza e luogo di riunione dei Priori, costretti a lasciare al Commissario la loro precedente sede, ovvero il Palazzo degli Anziani. Spettano al Collegio dei Priori i lavori di ammodernamento del palazzo in facciata e negli ambienti interni, promossi tra fine Cinquecento e inizio Seicento, nonché la decorazione ad affresco della Sala delle Udienze nella seconda metà del XVII secolo.
Un nuovo cambio di proprietà fu sancito nel 1689 con motu proprio (e ribadito nel 1691) dal granduca Cosimo III de’ Medici, che (in pieno clima di rigorismo tardo seicentesco) donò il palazzo all’Ordine di Santo Stefano grazie a un triplice passaggio: i precedenti proprietari, ovvero i Priori, furono alloggiati nel Palazzo Gambacorti in Via dell’Olmo; mentre i Consoli del Mare, che prima erano insediati in questo, andarono a occupare un altro palazzo pisano, restaurato a spese dei Cavalieri.
Con tale atto mediceo, l’Ordine divenne proprietario anche dell’ultimo edificio della piazza non ancora in suo possesso. Collegato ora stabilmente all’attigua Casa dell’Auditore, il palazzo ebbe funzione di archivio, di cancelleria e di scrittoio, a cui si aggiunse preminentemente quella di sede del Consiglio dei Dodici, il più alto organo di governo della Religione su tutte le questioni militari, economiche e morali, e del suo Tribunale, che aveva potestà giurisdizionale sui reati commessi dai cavalieri stefaniani e su quelli commessi nella loro piazza anche da terzi. A questa fase risale l’apposizione in facciata dello stemma dell’Ordine e dell’iscrizione «EQVESTRI IVRI DICVNDO». Proprio per questa funzione lo scrittore De Rogissart ricordava il palazzo nelle sue Délices de l’Italie (1706) e la stessa veniva ancora sottolineata, qualche anno più tardi, da Pandolfo Titi nella sua guida di Pisa (1751): «quivi fanno la loro residenza una volta la settimana li detti signori cavalieri del consiglio… per render giustizia a tutti li sottoposti a questo tribunale in tutte e in qualunque decorrenza di cause tanto civili che criminali, ed a tutti quelli che avessero cause da poter ricorrere contro alli medesimi».
Durante la parentesi napoleonica, quando l’Ordine fu soppresso (1809-1817), il governo francese installò negli ambienti del Palazzo dei Dodici e della Casa Auditoriale l’ufficio della Cancelleria. I rilievi dell’edificio eseguiti dall’ingegnere Roberto Bombicci permettono, per questi anni, di avere una chiara idea della suddivisione degli spazi all’interno, dove accanto ai noti ambienti di rappresentanza si trovano al piano terra e al secondo piano rispettivamente spazi adibiti a magazzino per la legna e le braci, oltre a due granai. Tornato nel 1817 sede del Consiglio dell’Ordine, lo rimase fino al 1859 quando, con la partenza dell’ultimo Lorena dalla Toscana, i beni patrimoniali che i cavalieri stefaniani potevano ancora vantare (e non erano già stati alienati nel 1809) passarono infine al Regno d’Italia. Fino a questa data, nel grande salone del primo piano e in stanze limitrofe era esposta la raccolta dei ritratti dei granduchi nelle vesti di gran maestri dell’Ordine, serie acquistata dallo Stato italiano e oggi conservata incompleta a Palazzo Reale (un tempo nei depositi del Museo Nazionale di San Matteo).
Dopo l’unificazione, precisamente dal 1865 e fino al 1939, il palazzo ha ospitato, insieme al futuro Palazzo dell’Università, la sede della Deputazione provinciale di Pisa, che tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il 1952 vi trovò nuovamente ricovero. L’osmosi tra i due edifici non si sarebbe registrata solo in questa fase, ma anche nella successiva, con l’apertura del Collegio Pacinotti, aule del quale venivano ospitate al piano terra del Palazzo dei Dodici, dove, nei suoi sontuosi ambienti di rappresentanza al primo piano, si svolgeva annualmente una festa tra gennaio e marzo, con grande partecipazione tanto delle autorità cittadine che del mondo accademico. Ancora oggi alcuni locali di questo edificio sono utilizzati dal Dipartimento di Diritto Pubblico dell’ateneo pisano, che ha sede nel Palazzo dell’Università.
L’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano (ente morale dello Stato italiano), coadiuvata dall’Accademia di Marina dei Cavalieri di Santo Stefano, istituita nel 1983 e anch’essa con sede nel palazzo, promuove attività di studi e ricerche storiche sulle tradizioni marinare italiane e specificatamente sull’Ordine. A tal fine, dal 1989, in alcuni ambienti e in particolare nella Sala degli Stemmi è allestito il piccolo museo storico dell’Ordine cavalleresco, mentre la grande Sala dell’Udienza è luogo deputato a conferenze e presentazioni ufficiali.
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