Nitsch, 6/00

Carovana – Interno – Pecci – Poirier – Domingie

Hermann Nitsch

6/00

Copyright:
Foto di Serge Domingie. ©️ Centro Pecci, Prato
Carovana – Interno – Pecci – Nitsch 1 – Domingie
Hermann Nitsch, 6/00, 2000. Pisa, Palazzo della Carovana, Scalone a due rampe
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Foto di Serge Domingie. ©️ Centro Pecci, Prato
Carovana – Interno – Pecci – Nitsch 2 – Domingie
Hermann Nitsch, 6/00, 2000. Pisa, Palazzo della Carovana, Scalone a due rampe

Allestita dal 2014 sulla parete sinistra dello scalone monumentale che conduce al terzo piano di Palazzo della Carovana l’opera 6/00 (200 x 300 cm; Collezione Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, inv. n. 446; ingresso nel museo nel 2005) è un assemblage di legno, camice di cotone e olio su tela, realizzato nel 2000 dal pittore e scenografo austriaco Hermann Nitsch (1938-2022). L’artista è stato tra i massimi esponenti e teorici del Wiener Aktionismus: un movimento non programmatico che, adottando il mezzo espressivo della performance, si distinse da correnti contemporanee per un’indagine psicologica penetrante, l’estrema violenza corporale delle azioni e il ricorrere di tematiche di matrice religiosa, sessuale ed esoterica.

Mutuando la valenza del gesto dall’action painting americano e dal tachisme francese, fin dal 1950 Nitsch operò su grandi tele scagliando copiosamente il colore e stendendolo sulle superfici con pennelli, spugne e le sue stesse mani (la cosiddetta Schüttmalerei), arrivando a sostituire presto il colore artificiale con il sangue e le interiora di animali macellati in loco e a includere attori su cui riversarli. Tali azioni furono parte sostanziale dell’ambizioso concetto su cui si imperniò il lavoro artistico di Nitsch: l’Orgien Mysterien Theater (Teatro delle orge e dei misteri), la cruda e sanguinolenta messa in scena di riti sacrificali e orgiastici destinata a scatenare nei partecipanti e negli osservatori, con uno scopo catartico e purificatorio, uno sfogo emozionale dei blocchi traumatici dell’inconscio (Abreaktion), per superare i tabù religiosi, sessuali e morali della psiche umana. Nel cerimoniale performativo di Nitsch, spesso sfociato in manifestazioni collettive della durata di più giorni, ricorrevano pertanto allusioni alla Passione di Cristo, alla liturgia cattolica, alla mitologia mediterranea e alla tradizione pagano-barbarica, considerati archetipi collettivi della tradizione culturale europea.

L’opera 6/00 offre in tal senso un saggio emblematico dei principali elementi della grammatica visuale dell’artista. Il grande Schüttbild è orchestrato secondo lo schema compositivo di una crocefissione, cui allude il camice bianco da macellaio appeso al centro della tela. Tanto la tela quanto il camice sono investiti dalla violenta stesura del colore. Quest’ultimo è applicato soprattutto ricorrendo alle mani: i tracciati delle dita nella materia pittorica lasciano ben intuire i movimenti compiuti dall’artista nel corso della performance di cui l’opera rappresenta l’esito finale. La presenza del camice-tunica afferma inoltre la missione sacerdotale dell’artista; mentre l’impasto corposo e coagulato del marrone rinvia alla consistenza della carne. Colore prediletto dall’artista, il rosso sostituisce infine il sangue, stigma supremo di vita e di morte nell’immaginario ancestrale dell’uomo e in tutti i culti sacrificali.

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